APRILE 2013:  Completati i restauri della chiesa parrocchiale.

Dopo sei anni dall’inizio dei lavori, la chiesa parrocchiale di Taceno torna a risplendere e, come sottolinea don Mauro Malighetti, prevosto della Valsassina e parroco anche di Taceno, aprendo la cerimonia inaugurale, «la competenza della ditta Villa, la passione della Soprintendenza per i beni architettonici e per il patrimonio storico hanno riportato alla bellezza originaria il patrimonio di fede che ci è stato tramandato».

Gli fa eco il sindaco di Taceno, Marisa Fondra, che ringrazia i suoi compaesani: «Avete capito la portata dell’intervento e generosamente avete contribuito». L’importo complessivo degli interventi ammonta a 240 mila euro. I lavori sono stati finanziati con fondi della parrocchia, attraverso offerte da parte di privati cittadini, associazioni locali, istituti di credito, aziende, e mediante contributi e finanziamenti provenienti da Regione Lombardia, Comune di Taceno e Fondazione della Provincia di Lecco. Non sono stati sostenuti costi per la progettazione e la direzione lavori in quanto svolti gratuitamente.

Il restauro conservativo ha interessato sia la parte architettonica che pittorica. «Il primo obiettivo dell’intervento è stato quello di porre in sicurezza le fratture e i dissesti visibili sulle superfici delle aree considerate, risolvere tutte quelle problematiche di umidità riscontrate sulle pareti che negli anni hanno causato dissesto degli intonaci e relativo apparato decorativo – ha spiegato il restauratore Tiziano Villa –; il secondo quello di attuare una pulitura delle stesse superfici per rendere perfettamente leggibile il complesso decorativo sia nelle sue parti cromatiche che formali, attuando tutti quegli interventi necessari a porre in opera a perfetta regola d’arte un restauro conservativo».

La chiesa di Taceno esiste già nella seconda metà del XII secolo. Cappellania curata nel 1368 fu eretta a parrocchia nel 1406. Riedificata una prima volta intorno al 1565-75, nel 1722 fu trovata in cattive condizioni dal cardinale Odescalchi e quindi ricostruita con ingenti sacrifici dalla popolazione. La nuova chiesa fu consacrata all’Assunta nel 1746 dal cardinale Pozzobonelli. L’edificio sacro presenta una pianta centrale con cupola e due vani laterali decorati da Giovan Maria Tagliaferri, di Pagnona, nel 1859: gli affreschi rappresentano il Trionfo della Vergine sulla cupola, Santi e Profeti sui pennacchi e gli Apostoli nelle cappelle laterali.

Il vescovo Luigi Stucchi, che ha benedetto i lavori e celebrato la prima messa solenne nella chiesa restaurata, ha parlato di «stupore» per ciò che gli occhi ammirano.

Non sono mancate le sorprese durante i lunghi lavori di restauro che hanno interessato la chiesa parrocchiale di Taceno, dedicata alla Madonna Assunta.

La prima, che ha davvero incuriosito le tantissime persone che sono intervenute alla manifestazione inaugurale del completamento dei restauri che hanno avuto inizio nel 2009 e sono terminati in questo primo scorcio del 2013, è la presenza di un singolare testo dipinto nei cartigli della volta. Una sorpresa svelata dal restauratore, Tiziano Villa. Si tratta di una sorta di cronaca, datata 1866, e relativa alla terza guerra risorgimentale, combattuta dal neonato regno d’Italia, nell’occasione alleato della Prussia, contro l’Austria. I cartigli dipinti sono di poco posteriori agli affreschi realizzati nel 1859, guarda caso l’anno della seconda guerra risorgimentale, dal pittore di Pagnona Giovan Maria Tagliaferri. I cartigli contengono una sorta di diario delle prime operazioni belliche del 1866, con il passaggio del Mincio da parte delle truppe sabaude, i riferimenti ai primi scontri e al numero dei caduti e dei prigionieri. I dati sono riportati con precisione cronologica e rigore storico. La serie si completa con un’eloquente scritta: “Si attendono notizie”. Evidentemente la realizzazione dei cartigli terminò prima della conclusione del conflitto.

Questa dei cartigli è sicuramente la più curiosa ma non l’unica scoperta effettuata durante i restauri. Nella nicchia a destra dell’ingresso della chiesa, è stato riportato alla luce un affresco della Pietà, databile al 1700, di autore sconosciuto. Si tratta di una bellissima immagine della Mater Dolorosa, che piange sul figlio morto. Una immagine che a causa della sporcizia accumulata, delle colature di cera, degli sfregamenti vari dovuti alla venerazione di questa Pietà, era diventata una informe macchia scura, non ben identificabile. Il restauro ha riportato l’affresco alle origini e lo ha restituito in tutta la sua bellezza.

Altra grande sorpresa durante la rimozione delle tele con Sant’Anna e San Giuseppe sulle pareti laterali. Sotto le due tele sono stati ritrovati gli affreschi originali, risalenti al XVII secolo, rappresentanti gli stessi episodi, il sogno di San Giuseppe e la Vergine con Sant’Anna. Essendo gli affreschi di qualità nettamente superiore ai dipinti su tela, sono stati mantenuti visibili e le due tele, restaurate, sono state collocate sopra i due ingressi laterali della chiesa, arricchendone così il patrimonio artistico che può contare anche sulle 14 tele delle altrettante stazioni della Via Crucis che, sempre il restauro, ha rivelato molto importanti.
 
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale