La zona si presenta molto interessante per la sua posizione di transito che va a raccogliere le confluenze dei percorsi, dalla Valsassina, lungo la costa e della navigazione lacustre. Complessa risulta perciò l’analisi del repertorio figurativo esterno anche se oggi le cose sono purtroppo facilitare per le poche testimonianze che si sono salvate dal tempo e dall’inciviltà degli uomini. Molto ridotti anche gli affreschi interni alle chiese che ci possono però ancora richiamare alcuni esempi di culto o di modelli iconografici. Ricordiamo di San Nicolao antico insediamento degli Umiliati e il riquadro nella chiesa di Santa Marta dove la stessa Santa viene raffigurata secondo la Leggenda Aurea di Jacopo d Varagine (seconda metà del XIII secolo) circa il malefico serpente che domò sulle rive del Rodano.

La Madonna di Lezzeno rappresenta invece un caratteristico esempio di scala santa, lungo la rampa che porta sul luogo dove nell’anno 1688 una Madonna entro una cappelletta viaria sparse lacrime di sangue.

Cappelle viarie dedicate alla Madonna sono ricordate tra Bellano ed Esino, Madona di acquett e Ol Crocefiss (si veda la relativa scheda). Servivano come luogo di appuntamento e come riparto durante i temporali.

Da segnalare, all’ingresso di Bellano, anche una Cappella di Pietà.

Cristo e simboli della Passione, autore ignoto, secolo XV. L’opera è posta sulla facciata esterna della chiesa di Santa Marta. Riprende l’antica iconografia della Passione col simbolismo degli strumenti che servirono al supplizio di Cristo. Il dipinto è stato salvato da un restauro recente anche se la zona inferiore è quasi del tutto scomparsa. Ai lati estremi della nicchia compaiono due piccole figure di Santi. Con tutta probabilità si trattava della parte terminale di un portale.

Trinità, autore anonimo, secolo XVI, chiesa parrocchiale dei Santi Nazaro e Celso. È una curiosa rappresentazione della Trinità in chiave antropomorfa. Sono raffigurati tre visi barbuti, in modo che gli occhi della figura centrale appartengono a secondo di come si osservano alla figura di sinistra o di destra. Questo concetto mistico-simbolista è derivazione di una cultura ermetica molto in voga durante tutto il Rinascimetno. L’arco prosegue con decorazioni floreali gialle sul fondo rosso mattone, intervallate da figurine di Santi.

Madonna che porge il Bambino ad un Santo monaco, autore ignoto, secolo XVIII-XIX, ceramica dipinta. È una interessante opera posta sulla facciata di una casa in via Plinio. Rappresenta la Madonna mentre appare ad un frate in preghiera consegnandogli il Bambino Gesù. Dagli attributi (libro e giglio ai suoi piedi) e dal fatto descritto sembrerebbe trattarsi di Sant’Antonio da Padova.

Madonna di Lezzeno, autore ignoto, secolo XIX. Si tratta di un’immagine collocata in via Plinio che riproduce quella miracolosa contenuta in una cappelletta e che versò lacrime si sangue nel 1688. La Madonna tiene in braccio il Bambino. Intorno un festone floreale che risente dei motivi usati per la ceramica policroma, e l’iscrizione: Affretta il passo fedele / al monte Santo di / Maria / prepara i tuoi omaggi / rinnoverà le sue grazie.

San Carlo visita un appestato, autore ignoto, secolo XIX. Fa parte della tradizionale iconografia sulla pietà carolina durante la famosa pestilenza. Il Santo è qui ritratto mentre, assistito da un frate, distribuisce gli oli santi ad un contagiato. Sullo sfondo l’architettura del lazzaretto milanese. L’opera è posta sulla facciata di una casa in località Novareno, lungo la strada provinciale per Vendrogno.

Madonna Immacolata con i Santi Carlo e Agnese, autore ignoto, primi anni del XX secolo. Si tratta di un affresco di cm 180 x 200 circa, in località Tre Madonne. Fa parte di un trittico, dove l’opera in oggetto occupa la parte centrale. Ai lati le figure di San Giuseppe e di Santa Scolastica. L’Immacolata è molte volte accostata a San Carlo che ne ebbe grande venerazione. Il Santo stesso è veneratissimo in zona.

Sant’Antonio abate, autore ignoto, secolo XX. L’opera (tempera su cartone) è affrancata dentro una cappella all’ingresso del paese. Rappresenta un santo monaco del deserto con bastone e cappello da viandante, insidiato da un serpente, richiamo alle tentazioni demoniache. Sullo sfondo un paesaggio alpino. È in sostituzione di un affresco andato perduto. Su un lato compare un altro monaco orante. Al centro una formella circolare riproducente la Madonna di Lezzeno.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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