Esistente già nella seconda metà del XIII secolo, fu una delle prime cappellanie staccatesi dopo il Mille dalla plebana di Primaluna. Cappellania curata già nel 1368 fu eretta a parrocchia nel 1406. Al tempo della visita pastorale di San Carlo del 1566 la chiesa era dotata di tre altari, dei quali il maggiore non ancora consacrato in quanto il presbiterio era appena stato ricostruito; esso fu infatti benedetto dallo stesso Borromeo nel 1582. La chiesa aveva una sola navata coperta da soffitto ligneo e il presbiterio decorato con affreschi. Riedificata una prima volta intorno al 1565-75 (risale a quel tempo la pila dell’acqua santa ancor oggi visibile in una nicchia a sinistra dell’ingresso), nel 1722 fu trovata in cattive condizioni dal cardinale Odescalchi e quindi ricostruita con ingenti sacrifici dalla popolazione, come ricorda un’iscrizione del 1743 sul portale. La nuova chiesa fu consacrata all’Assunta nel 1746 dal cardinale Pozzobonelli. La pianta dell’attuale edificio sacro, realizzata su disegno di Antonio Cometti di Sondrio, presenta una pianta centrale con cupola e due vani laterali decorati da Giovan Maria Tagliaferri nel 1859: gli affreschi rappresentano il Trionfo della Vergine sulla cupola, Santi e Profeti sui pennacchi e gli Apostoli nell’intradosso degli archi della cappelle laterali. Dello stesso periodo sembrano le due tele laterali del presbiterio: con gli Apostoli presso il sepolcro vuoto dell’Assunta e l’Incoronazione della Vergine, gli affreschi della volta con la Trinità e gli Evangelisti nei pennacchi, mentre l’affresco con Gerusalemme, sulla parete di fondo, fu realizzato da Pierino Motta nel 1964. Ottocentesche sono le tele dei due altari laterali di Sant’Anna a destra e di San Gioacchino a sinistra, inquadrate da imponenti colonne sormontate da frontone a timpano. Del Settecento è l’altare maggiore in marmi vari dedicato all’Assunta, rappresentata in una statua in legno dipinto già esistente nel 1630. Nella nicchia a destra dell’ingresso è un affresco con la Pietà apparentemente settecentesco. Degne di nota sono le stazioni della Via Crucis (olio su tela) del XVIII secolo. Tra gli arredi lignei si distinguono, oltre agli armadi della sacrestia (XVIII secolo), due pregevoli confessionali del 1725 magistralmente realizzati in legno di noce intagliato, ornati alla sommità da una statuetta di Sant’Ambrogio (quella di destra) e dell’Assunta (quella di sinistra), l’organo Biroldi del 1824 che riformava uno del 1765 e il pulpito di fattura ottocentesca. Tra le oreficerie liturgiche si segnalano una croce astile del Quattrocento, un ostensorio romano a raggiera e lo stendardo dell’Assunta (olio su tela), della seconda metà del XVII secolo. Il campanile fu terminato nel 1634 da Lucio Maglia di Gittana, ma rialzato nel 1703 formando sia la cella con arcaica bifora, sia la caratteristica cuspide coperta da piode.

Vicino alla parrocchiale fu edificata, nel 1855, la chiesa della Confraternita del Santissimo Sacramento. Presenta una sola navata con volta a botte e abside semicircolare affrescata da Giovanni Maria Tagliaferri con l’Immacolata nel catino e San Carlo che benedice la Confraternita del Santissimo Sacramento sulla parete, fiancheggiato dai Santi Rocco e Giuseppe, sui pilastri dell’arco trionfale compaiono altri affreschi, tra cui un busto di San Tommaso.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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