È nel Codice Atlantico di Leonardo da Vinci che è contenuto il cenno: «3 miglia piulla sitruova liedifiti della vena delrame e dello arzento presso auna terra detta pra sancto petro e vene di fero e cose fantastiche». Paride Cattaneo Della Torre non dice molto di più, cioè che esiste una «villetta detta Prato Santo Pietro», aggiungendo soltanto che questo piccolo centro e Cortenova «sono molto più frigidi luoghi delli altri della valle per esser sottoposti al monte Grigna, assai questo gli nuoce. Imperocché gli asconde il sole, che poco o nulla sopra lor riluce, da che entra in Scorpione fin che si n’esce d’Aquario». L’insediamento di Prato San Pietro è già ricordato nel 1288 per vasti possessi della famiglia Grisi. Nella seconda metà del XIV secolo molti abitanti di Prato tenevano a fitto terre in Cortabbio a nome della chiesa plebana. Il nome Prato indica l’origine pascolativa del luogo, da legarsi probabilmente alla corte vicina dell’arcivescovo; però il nome di San Pietro, che ricorda evidentemente la chiesa di Primaluna, farebbe pensare alla nascita dell’abitato poco più tardi della corte, al XII secolo, quando erano ormai chiari i rapporti tra i diritti dell’arcivescovo e i diritti dei Della Torre. Come si vede anche oggi, il paese si è sviluppato lungo la strada di arroccamento verso Cortenova, che si staccava dalla principale dopo Cortabbio e traversava il Pioverna al guado di Gera. I nomi dei luoghi intorno a Prato richiamano il mondo della campagna, il Roncaiolo, il Roccolo, il Brug, la Val dei Molini. Lo schema urbanistico, in forme modulari, indica la stesura contemporanea e ben definita. Gli edifici industriali sono sorti all’esterno del vecchio abitato, che col passare dei secoli ebbe ad acquisire anche un certo carattere di residenza qualificata, con palazzotti e giardini, oggi rimasti in piccola parte.

C’era a Prato San Pietro una secolare chiesetta dedicata a Maria Maddalena (è censita negli atti delle visite di San Carlo); è stata abbattuta negli anni settanta poiché se n’è costruita una nuova, «moderna», poco più in là: ma è rimasto in piedi il vecchio campaniletto, che si fa compagnia con la sua ombra.

 
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

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