Isen nella parlata locale, Ixenus nel latino notarile più antico, Exinus e in volgare Esino nella lezione posteriore al 1400, è il nome che indica il ripiano morenico esistente nella testata della valle omonima, tra gli 800 e 900 metri di elevazione, di una trentina di ettari di superficie, con inclinazione media del 10%. Due erano i nuclei abitati: il superiore, a quota m 910, era localmente chiamato Crees, in latino Cressum; l’inferiore, a quota media m 830, posto ai piedi del promontorio della chiesa, il quale si eleva a m 878, era chiamato Piaag, in latino Piaccum. I due paesi, nei documenti tardo medioevali indicati come Exinus superior ed Exinus inferior, formarono, a memoria di documenti, due comuni separati, riuniti però nell’unica parrocchia di San Vittore con chiesa posta sul promontorio di cui si è detto, il quale venne sempre contraddistinto dall’appellativo Castrum Exini, in quanto vi si trovava un castello, nel cui circuito sorse, probabilmente in epoca tardo romana, la chiesetta castrense di San Vittore.

Per una popolazione limitata, quale era nel 1400, cioè di un totale di circa 400 anime, il territorio presentava buone condizioni di vita: ottimo clima, buona acqua, aree sufficienti per la coltivazione di cereali e, soprattutto, grande ricchezza di boschi, atti a fornire legna forte per produrre carbone destinato ai forni fusori della vicina Valsassina. I rogiti notarili, infatti, fino a tutto il 1400 denotano una notevole e diffusa ricchezza, che andrà via via scemando nei secoli successivi. I due comuni vennero riuniti in uno solo nel 1927; la morena tra i due abitati, un tempo destinata a coltivo, è ora tutta urbanizzata e i due nuclei sono collegati.

Quanto interessa a questo nostro studio è il segnalare come fino al periodo tra le due grandi guerre, anni in cui iniziò l’ascesa economica del luogo, grazie al turismo, vi era una differenza straordinaria tra le abitudini di vita, il carattere e la mentalità degli abitanti dell’uno e dell’altro comune. Fisicamente più longilinei, estroversi, i terrieri di Esino superiore ricordavano i tratti caratteristici dei celti, così come vengono descritti dagli antichi scrittori.

Abituati ad uscire al lavoro, anche d’estate, a mattina avanzata, alle 6 o alle 7, nelle ore serali si notava ancora molto movimento nel paese: le osterie rimanevano aperte sino alla mezzanotte. Notevole era la comunità di vita; l’importanza della donna era relativa: negli atti di vicinanza antichi non risulta mai la presenza di donne, anche se capo famiglia; si ha solo un rogito in cui alcune donne in tali condizioni protestano di non essere state chiamate, forse spinte a ciò dall’esempio opposto delle vicine di Esino inferiore. Non infrequenti le liti, ma con pronta ricomposizione: non era difficile, infatti, incontrare a braccetto due che la sera prima avevano avuto un furioso alterco. Nei documenti antichi non è raro il caso di persone che abbiano avuto a che fare con la giustizia, così come è caratteristica l’irrequietezza del luogo durante i tempi della Riforma. Notevole disinvoltura si notava nel contrarre debiti, il che rappresentò una premessa positiva quando, affacciatesi le possibilità turistiche, gli abitanti di Esino superiore si diedero a costruire case di affitto contraendo prestiti, preparando così l’ascesa economica del paese.

Chiudiamo il quadro, segnalando il costume di essere suddivisi in grossi clan familiari, e la maggiore facilità nei rapporti sessuali anche non ortodossi, tutte caratteristiche che distinguevano i galli descritti da Diodoro e da Polibio.

Ben differenti gli abitanti di Esino inferiore: più tarchiati, con forma cranica sensibilmente brachicefala, instancabili lavoratori, nell’estate uscivano al lavoro alle 3 del mattino; la sera, alle 20 tutto taceva: ognuno era ritirato nella propria casa; pochissimo l’afflusso nelle osterie, salvo che nei giorni festivi.

Molto più notevole che nella terra superiore l’importanza della donna nella famiglia: tra marito e moglie si usava darsi del voi, mentre a Esino superiore era normale il tu. Negli antichi rogiti dei consigli di vicinanza, erano sempre presenti e citate le donne capo famiglia. Alieni da debiti, quando l’economia decadde, l’emigrazione definitiva verso l’estero, particolarmente verso le Americhe, spopolò il paese, nel quale si nota una ripresa demografica soltanto da poco tempo.

Le liti, quando si verificavano, portavano ad odi che duravano talvolta anche più di una generazione. Non avvertibile una suddivisione in clan; più intransigente la morale.

Come già si è accennato (si veda la scheda ritrovamenti celtici a Esino) nelle adiacenze meridionali dell’abitato superiore, sul versante destro del piccolo rivo che tagliava in direzione est sudovest il terrazzo morenico, per poi volgersi decisamente verso est, venne trovata una necropoli gallica di incinerati. Viceversa, a settentrione dell’abitato del paese inferiore si rinvennero molte tombe romane di inumati (si veda la scheda reperti romani a Esino). Nessuna eccezione ai due casi. Viene naturale di pensare, quindi, che le origini dei due paesi siano nettamente distinte: stanziamenti iniziali nei due luoghi di liguri; sovrapposizione a Esino superiore di gruppi di guerrieri-pastori celti, nel IV secolo avanti Cristo; più tarda sovrapposizione, databile al IV secolo dopo Cristo, nel paese inferiore di elementi romani, in considerazione che l’abitato è strettamente connesso al promontorio di San Vittore, su cui sorge un castello di origine romana. Da porre in evidenza, però, che gli scheletri trovati nelle tombe romane, appartenenti certo ai personaggi più in vista, fecero stupire, e chi scrive ne vide più di uno, per la inusitata altezza degli individui, di circa due metri, il che li fa pensare a militari di origine barbarica, fatto possibilissimo giacché in quei tempi le legioni erano in gran maggioranza costituite da barbari.

Altra ipotesi, collaterale alla precedente, è che i gruppi celti, venuti per ragioni militari, abbiano preso stanza nella parte alta della morena, la più bella, spingendo in basso i precedenti abitatori. Che poi, nell’avanzato impero, i legionari romani abbiano fortificato il castello e quindi, per la maggiore vicinanza, abbiano preso stanza presso il promontorio della chiesa, lasciando il misero gruppo ligure nella parte più bassa e i galli in alto.

Dal che si dedurrebbe che l’origine etnica degli abitanti di Esino superiore sarebbe celtica, quella di Esino inferiore ligure romano barbarica. Ipotesi, ma, come esposto, seducente.

 

testo di PIETRO PENSA, da La presenza militare dei galli e dei romani nel territorio orientale del Lario a guardia delle strade e delle miniere del ferro, 1976
pubblicato a cura di ANGELO SALA sul sito www.valsassinacultura.it

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