Sembrerebbe, questa, la strada più diretta per portarsi da Lecco a Colico; se non che, la costituzione geomorfologica, così come oggi è ancora ragione di gravissimi problemi, fu un tempo causa di difficoltà di percorso. Basti infatti osservare gli strapiombi rocciosi che da Mandello a Dervio incombono sull’acqua, per comprendere come ogni antico tracciato viario fosse costretto a superare continui dislivelli per evitarli.

Partendo da Lecco, la strada seguiva la riva ai piedi del San Martino sino là dove sorse poi la Torraccia di Abbadia; superata questa, proseguiva innalzandosi; toccava la località Castello di Abbadia e quindi Molina e Somana. Percorso un lungo tratto pianeggiante, attraverso il Passo dello Zucco usciva nell’anfiteatro di Lierna, raggiungeva Genico, risaliva il fianco del monte e, superato il passo di Ortanella a m 992 entrava nella valle dell’Esino, lungo il versante sinistro della quale scendeva a Vezio; da qui, toccati Regolo e Gittana, raggiungeva Bellano e Dervio; poi, passando da Mondonico, primo nucleo abitato di Dorio, nonché dalla località dove sorge ora la cappella di San Rocco, entrava nell’anfiteatro di Colico. Si calcolava che il percorso a piedi da Lecco a Colico richiedesse, dato i continui e notevoli dislivelli da superare, non meno di 15 ore.

testo di PIETRO PENSA, da La presenza militare dei galli e dei romani nel territorio orientale del Lario a guardia delle strade e delle miniere del ferro, 1976
pubblicato a cura di ANGELO SALA sul sito www.valsassinacultura.it

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale