Conserva un numero considerevole di antichi palazzi, con frammenti dal romanico (una caratteristica scala a chiocciola in pietra, molto fotografata, appare all’ingresso di una casa della prima metà del XIV secolo, appartenuta ad una famiglia Denti) all’eclettismo e, in via Plinio, una edicoletta di fine Settecento inizio Ottocento con la Madonna col Bambino e San Bernardo. L’antico centro di Bellano, intersecato da vicoli, ha un’edilizia di tipo cittadino. La serie di palazzi verso il lago poco conserva di quanto descritto dai viaggiatori antichi: distrutto il Pretorio, modificati profondamente i palazzi e le ville (da nord a sud: Boldoni, Rubini, Lorla, Stoppa, Boldoni, Magni, Adda), ricostruita la darsena di origine medioevale. Ma di contro va segnalata una vivace riqualificazione eclettica del settore del lungolago e della zona meridionale, compiuta nell’ultimo quarto del XIX secolo e nel primo del XX secolo: i monumenti a Sigismondo Boldoni di Giulio Branca e a Tommaso Grossi di Antonio Tantardini, la stazione ferroviaria (1892), il Cotonoficio Cantoni (1898-1902 con modifiche nel 1947), la centrale idroelettrica del Noo. Tommaso Grossi, apostrofato da Giacomo Zanella nelle Memorie di una gita sul lago, «de’ lombardi cigni il più mesto e più gentil», scolpito da Antonio Tantardini per il monumento nel borgo natio inaugurato il 10 settembre 1876. È firmata dal Manzoni («il tuo A. Manzoni») l’epigrafe: «IL TUO NOME / È GLORIA DELL’ITALIA / O TENERO E PODEROSO POETA / CUI SEMPRE ISPIRÒ / IL CUORE». Quanto a Sigismondo Boldoni è dello scultore Branca il busto che rappresenta un uomo giovane ancora con pizzetto da moschettiere, collocato dai suoi concittadini sul lungolago l’11 di settembre dell’anno 1898. Parlando sempre della zona verso il lago Alex Visconti sostiene che s’inserisce armoniosamente l’opificio «in pietra grigia, forte, quadrato e turrito come un maniero dei secoli andati». Sta parlando del cotonificio della fine dell’Ottocento al quale Archeologia industriale lombarda, indagine di grande interesse, attribuisce una «intonazione monumentale» definendolo «uno degli esempi meglio riusciti di fabbrica tessile».

In parallelo va considerato il moltiplicarsi di cappelle ed edicole sacre, coi due momenti più significativi della Cappella dell’Eresia verso Lezzeno, affrescata nel 1836 da Giovanni Maria Tagliaferri di Pagnona con la Madonna col Bambino e Santi, e della Cappella delle Tre Madonne sulla strada per Perledo, singolare struttura neogotica con affreschi ridipinti.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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