Itineraio molto suggestivo per gli scenari rocciosi che offre la zona, una delle più interessanti dal punto di vista geomorfologico, e per i bei panorami: dalla cima della Grigna il panorama è uno dei più celebri spaziando per 360 gradi su tutte le cime del territorio circostante sino alle Alpi, sulla Brianza e la pianura padana per estendersi, nelle giornate più limpide, fino agli Appennini. Molto facile lungo tutto il percorso, richiede un certo impegno verso l’ultimo tratto per via di alcuni passaggi su roccia attrezzati con fune metallica. È percorribile in 3 ore e 50 minuti superando un dislivello di 1169 metri.

Dal rifugio Cainallo (1240 m) si giunge al bivio in prossimità della bocchetta di Prada (ore 0,55), quindi si prosegue in discesa ammirando i torrioni del Frate e della Monaca che si alzano nell’impluvio della valle dei Molini. Toccato il fondo della valle delle Lavine si riprende la salita per entrare nella conca di Moncodeno (1625 m) e giungere a una congiunzione di sentieri (ore 0,20-1,15). Tralasciando quello che si alza a sinistra per la Ghiacciaia (vedi parte finale di questa scheda) e quello che scende, sempre a sinistra, nella valle dei Molini, si prende quello di destra che porta all’alpe di Moncodeno (1685 m). Con alcune svolte la mulattiera si alza per giungere al rifugio Bogani (1816 m, ore 0,15-1,30). Dal rifugio si continua in salita per il sentiero che si stacca di fronte all’entrata e, trascurate due diramazioni a sinistra (la prima per la via del nevaio), si giunge a un incrocio (ore 0,20-1,50), dove si prosegue diritto verso la zona del Bregai. Si supera lo spiazzo degli elicotteri del soccorso alpino ed evitando altre diramazioni si procede in ambiente carsico di doline e conche erbose e si giunge a una piccola sella. Superati o contornati i vari avvallamenti, cercando di non perdere le tracce del sentiero nel labirinto che si attraversa, ci si avvicina all’area prevalentemente rocciosa della Ganda, dove si incontra il sentiero della via Guzzi proveniente, a destra, dal rifugio Bietti. Di qui per ghiaioni, roccette e lastroni, aiutati anche da una fune metallica fissa, si guadagna la vetta della Grigna settentrionale (2409 m) e il rifugio Brioschi (ore 2-3,50).

Variante per la Ghiacciaia – La Ghiacciaia di Moncodeno è una grotta a pozzo che a causa della sua particolare conformazione e posizione conserva anche nella stagione estiva ghiaccio e neve, utilizzati un tempo per rifornire tutta la zona e dissetare il bestiame in caso di siccità. Sporgendosi oltre il salto di roccia, si possono osservare le stalagmiti di ghiaccio (che attirarono anche l’attenzione di Leonardo da Vinci). L’imbocco della Ghiacciaia è raggiungibile senza difficoltà; più complessa invece risulta la visita speleologica in quanto richiede un’adeguata attrezzatura.

Dalla congiunzione di sentieri prima segnalata nella descrizione dell’itinerario, si prende quello in alto a sinistra che procede in piano finché le tracce si interrompono in uno spiazzo erboso; attraversatolo in leggera discesa, ritroviamo le tracce che portano sotto un roccione e, piegando a destra, giungono alla Ghiacciaia di Moncodeno (1650 m, ore 0,15) che si apre al di sotto di una balza rocciosa.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale