È un itinerario breve con un percorso molto piacevole tra pascoli e boschi di castagni e betulle, che tocca diversi nuclei rurali, i cui casolari sono generalmente ben conservati o restaurati, talvolta con il tetto in pietra e decorazioni in legno, e dove vengono mantenute, almeno in parte, attività legate alla pastorizia. Anche le varianti si svolgono in questo ambiente e, qui, di particolare interesse sono gli antichi fienili di Luera, testimonianza dell’architettura rurale dell’Ottocento. Nel giorno delle festa locale del 5 agosto, il riso e latte è il piatto tradizionale. Vi si giunge in poco più di un’ora di cammino su una comoda mulattiera, ben indicata. Il dislivello è di circa 450 metri.
Dalla chiesa parrocchiale di Premana (951 metri, parcheggio, fonte) si segue via Vittorio Emanuele fino alla piazzetta della Madonna. Di qui si sale, con un tornante, lungo via della Repubblica fino a scorgere, sull’angolo di una chiesa a sinistra, l’indicazione Rifugio CAI Pizzo Alto Premaniga (ore 0,10). Con la mulattiera ci si alza sopra l’abitato e si prosegue a mezzacosta tra i prati sfiorando i fienili di Quai (1045 m) in vista dei caratteristici tetti in pietra delle stalle di Piazzo, oltre ai quali si è a un bivio: si prende a sinistra e si giunge dopo alcuni tornanti alle case di Descol (1225 m, ore 0,30-0,40). Proseguendo si svolta a destra, tra faggi e betulle, si passa per le stalle di Pezzaprà (1332 m), si lascia a destra il sentiero per Pianco e si arriva all’alpe Premaniga (1396 m, ore 0,30-1,10), dove è posto il rifugio Pizzo Alto. Panorama sul Pizzo Alto e sul Pizzo Tre Signori.
Variante per le stalle del Corege. Dai fienili di Quai (1045 m) si lascia l’itinerario per il rifugio Pizzo Alto e si piega a sinistr percorrendo la ripida mulattiera gradinata che costeggia gli antichi edifici posti a scalea. Superata una fonte, a sinistra, tra i casolari superiori, si prosegue a mezzacosta trascurando le diramazioni di destra sino alle case di Corege (1183 m, ore 0,15) ombreggiate da ciliegi (panorama sulla Val Varrone). Da Corege si segue il sentiero che si stacca a destra, pianeggiante nel bosco di abeti e querce, che perviene in breve alle stalle superiori di Roncaal (1208 m, ore 0,05-0,20, fonte); di qui si prende a sinistra il sentiero per raggiungere in piano Bianden (1265 m, ore 0,10-0,30, fonte). Lasciato a sinistra il ripido sentiero per l’alpe Solino, ci si abbassa a destra per immettersi, superando un altro valloncello, nell’itinerario al termine dei tornanti che precedono le case di Descol (1225 m, ore 0,30-1).
Variante di discesa per Pianco e Faedo. Dall’alpe Premaniga (1396 m) si scende per il sentiero che parte dalle case più basse e si porta a mezzacosta al bivio con quello che scende direttamente dalla mulattiera proveniente da Premana (dalla cappelletta). Dopo un casolare, a un bivio, si lascia a destra una diramazione proveniente dalle stalle di Pezzaprà e si sale alle prime baite per poi proseguire con un’ampia svolta lungo il ripido pendio ai casolari di Pianco (1275 m, ore 0,20). Si continua per la mulattiera, scorgendo poco dopo i tetti in pietra dei casolari di Domando e per pascoli abbastanza ripidi si arriva alle caratteristiche case di Faedo (1189 m) che si attraversano lasciando a sinistra la mulattiera per Domando e la valle di Fraina. Con un tratto panoramico si scende al bivio di Mosnico (1144 m, ore 0,15-0,35), poi in piano o in leggera discesa tra castagni e querce si è ai fienili di Luera (1198 m) da dove la mulattiera prosegue quasi pianeggiante fino a immettersi nell’itinerario di salita (ore 0,20-0,55).
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it
Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale