Il piccolo comune è formato da vari nuclei sparsi sulle pendici orientali del Resegone: Olino, Bruga, Piazzoli sono tra i primi che si incontrano sulla strada che parte da Ballabio, mentre fra gli ultimi si trovano Costa, Cascina Nuova, Foppa e Morterone, sede del comune e della parrocchia che ha sempre fatto parte della Pieve di Lecco.

Oltepassata Medalunga si raggiunge la chiesa dedicata alla Madonna Assunta, così descritta da Giovanna Virgilio in Lario Orientale.

Nella facciata, a destra del pronao, è murata una lapide con iscrizione gotica recante la data 1461. L’attuale aspetto della chiesa, con un’unica navata rettangolare coperta da volta a botte come le sei cappelle laterali, e presbiterio semicircolare, risale ai restauri effettuati negli anni 1856-59. Alla seconda metà dell’Ottocento appartiene presumibilmente anche gran parte dell’apparato decorativo interno: l’altare maggiore marmoreo sormontato da un imponente tempietto circolare e il coro ligneo caratterizzato da una sobria decorazione; l’affresco con il Battesimo di Cristo, dipinto nella prima cappella a sinistra, la tavola raffigurante i Santi Antonio da Padova e Rocco, nella terza cappella a sinistra, e la decorazione della volta suddivisa in partiture geometriche che inquadrano rispettivamente le immagini dei Santi Antonio da Padova e Rocco, Carlo e Antonio Abate, la Sacra Famiglia e gli Angeli in adorazione dell’Eucarestia. Ancora posteriori sono due grandi quadri appesi sulle pareti del presbiterio, dove è stato collocato un secondo altare recentemente realizzato dallo scultore Rudi Wach nelle forme stilizzate di un fiore.

Del preesistente complesso ornamentale della chiesa restano una statua sei-settecentesca della Madonna Assunta nella terza cappella a destra e nell’abside una tela raffigurante l’Assunzione della Vergine, realizzata nel 1742 da Francesco Quaglio, forse appartenente alla nota famiglia di pittori di origine intelvese. Essa era originariamente collocata al di sopra dell’altare maggiore, dove la vide il cardinale Pozzobonelli nel 1746, mentre ora è parzialmente nascosta dal tempietto ottocentesco.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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