Quando si parla di Morterone, si dice che è il più piccolo paese d’Italia. In parte è vero, ma è più corretto dire che è il paese meno popolato perché stabilmente non ci vivono più di dieci persone. Situato sulle pendici del Resegone sul lato che guarda verso la Valle Imagna, ha una lunga storia di bergamini e di emigranti. Ed è singolare che nonostante le sue modeste dimensioni e la sua ancor più modesta economia, Morterone si sia ritagliato uno spazio – sempre piccolo, naturalmente – nella storia della cartolina postale. Ce la racconta il Centro Studi Valle Imagna che ha dedicato un libro alle cartoline realizzate per far conoscere Morterone: una novantina in tutto, dal 1905 agli anni novanta. Un racconto interessante di saluti e di scambi, ancor più interessante se si pensa che il paese è uscito dall’isolamento neanche mezzo secolo fa, quando finalmente venne raggiunto dalla strada. A queste testimonianze i curatori dell’opera, per arricchire la conoscenza della località e dei suoi abitanti, hanno aggiunto brani estratti dal «Liber chronicus» della parrocchia, tenuto aggiornato dai parroci che, accanto a piccole e grandi cronache, aggiungono considerazioni e riflessioni. C’è un po’ tutta la storia di questa piccola comunità, i suoi cambiamenti, le esigenze e i desideri dei suoi abitanti. Oltre alla costruzione della tanto desiderata strada di collegamento, c’è l’avvento del telefono, dell’acquedotto, piccole comodità con le quali per Morterone incomincia la stagione del turismo. Irrompono anche altre novità, che in qualche modo erano dirompenti per la vecchia società, come la televisione. Ma ciò non incide sul paesaggio, che continua a lungo ad essere immutato. Anche nell’ultima cartolina, realizzata negli anni novanta, la veduta non è cambiata di molto. E identico è l’invito: quassù tanto verde e tanta quiete.
 
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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