Tommaso Grossi nacque a Bellano il 23 gennaio 1790 e morì a Milano il 10 settembre 1853. Studiò nel seminario di Castello sopra Lecco, poi frequentò la scuola di Brera e nel 1810 si laureò in legge a Pavia. Iniziò la sua carriera letteraria con la Prinejde, in dialetto milanese, sulla tragica morte del Prina (1766-1814). Diede poi alle stampe La pioggia d’oro e La fuggitiva, ambedue in dialetto lombardo. Poi vennero I lombardi alla prima crociata e il romanzo storico Marco Visconti. Fu poeta romantico fra i più popolari dell’Ottocento italiano. Frequentatore della famosa cameretta portiana, assorbì magistralmente la lezione del Porta e in dialetto milanese scrisse composizioni di notevole valore, fra cui l’intensa In morte di Carlo Porta. Fu molto legato anche ad Alessandro Manzoni: è il Manzoni che nel settembre 1827 scrisse al Grossi la famosa lettera da Firenze sulla stesura riveduta dei Promessi Sposi: «Tu sai come io sono occupato. Ho settantun lenzuola da risciacquare e un’acqua come l’Arno e lavandaie come Cioni e Niccolini fuori di qui non le trovo in alcun luogo». Le settantun lenzuola erano i settantus sedicesimi della prima edizione dei Promessi Sposi.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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