Qui si verificarono i ritrovamenti più numerosi e più controllati, avvenuti in varie riprese. Essi permettono di parlare di una vera e propria necropoli che circondava l’abitato a nord, ad ovest e a sud.

I primi reperti sono del 1871 e furono raccolti in una tomba messa in luce durante gli scavi di fondazione di una casa di proprietà Riva, sulla piazza Cavour, dietro la pubblica fontana, al confine settentrionale del paese. Trattasi di pezzi di bronzo, di cocci di vasi, di ossa incombuste, di un braccialetto di bronzo a sezione biconvessa e di un pendaglio pure di bronzo. Accanto alla prima tomba ne vennero rinvenute altre sette od otto: in esse si trovarono un anello a globetti, armille, crinali in filo di bronzo, una fibula discoidale; altro andò perduto.

In seguito, nel 1877, durante la costruzione dell’albergo Introbio, si rinvennero dieci tombe, nelle quali si trovarono molti oggetti, i più dei quali furono rotti e perduti; si conservarono alcuni coltelli, tre cuspidi di lancia a cartoccio, un gancio di cinturone, una forbice da tosare, una daga.

Nel 1883 il Castelfranco procedette a scavi. Dopo aver raccolto in un punto già rimaneggiato una scure-martello e un coltellaccio, il calcio di una lancia, lame di forbice da tosare, cocci di vasi, riuscì a individuare sei tombe: nella prima si rinvennero vasi, fibule, bracciali; nella seconda un calcio di lancia, una cuspide di lancia e cocci vari; nella terza oggetti d’ornamento e vasi; nella quarta vasi, una cuspide di lancia e due cesoie in ferro; nella quinta vasi; nella sesta vasi, una spada con fodero, due cuspidi di lancia, due coltelli.

Nello stesso 1883 il Garobaglio proseguì gli scavi, e rinvenne due tombe: nella prima trovò armille, vasi e un coltello; nella seconda armille, fibule e resti di un coltello. I ricercatori osservarono che molte altre tombe dovevano trovarsi ancora in luogo.

Sempre il Castelfranco precisa che in un località tra le valli del Troggia e dell’Acquaduro, posta un centinaio di metri sopra Introbio, dove un’antica tradizione dice che sorgesse l’abitato più antico, disteso su un pianoro tra la Pezza e Piazzolo, poi precipitato in frana nella sottostante località Craver, vennero rinvenute tombe simili a quelle di Introbio, con oggetti vari di bronzo, attorno al 1880.

Un nuovo ritrovamento avvenne nel 1917 a Introbio in località Malaveda, nel giardino Cademartori. Trattasi di una tomba di guerriero contenente tre vasi a trottola, una spada con guaina lunga 80 cm, una cuspide di lancia, un paio di cesoie, un ambone di scudo, armille e fibulette.

Nel 1929, ancora altre quattro tombe vennero in luce ad occidente della chiesa, circa duecento metri più in basso di quelle segnalate dal Castelfranco. Il più andò distrutto; si salvarono una cuspide di lancia a cartoccio, un coltellaccio, un coltello falcato con fodero, due lame di forbici, un vasetto e vari cocci di urne e di vasi.

testo di PIETRO PENSA, da La presenza militare dei galli e dei romani nel territorio orientale del Lario a guardia delle strade e delle miniere del ferro, 1976
pubblicato a cura di ANGELO SALA sul sito www.valsassinacultura.it

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