Attraversando la Valsassina, per la via che seguirono i Lanzichenecchi di manzoniana memoria e tanti altri eserciti, è rimasto assai poco che riguardi torri e castelli. Merita una sosta Primaluna, per secoli il centro religioso della Valle, e anche culla e sede dei della Torre, «ricchi e battaglieri Signori, che tennero a lungo il dominio di Milano e della Lombardia», come ricorda Fermo Magni nella sua «Guida illustrata della Valsassina». A quei tempi Primaluna aveva un castello ed era circondata – scriveva il canonico Paride Cattaneo della Torre, nella seconda metà del Cinquecento – «d’antica muraglia con sette porte per intrare et uscir della terra, dalle sette virtù cardinali assomigliate acciocché curino queste non entrino li sette vitii capitali, quali tutto il mondo infettato hanno». E soggiungeva che «la prima porta dal Oriente è detta della Torre per passar per questa a una Torre pocho lontana dalla terra, le cui vestigi, si vedono sopra un collicello un tiro di mano dalla Porta lontano, alquanto elevato sopra un sasso. Questa Torre era cinta di tre ordini di mura la maggior parte de quali sono cascati dalla vecchiaia, fu distrutta detta torre al tempo delle parti dai Guelfi et Giubellini, poi di novo fu riedificata, ma non compita». Qualcosa si intravede ancora, fra gli alberi del bosco, sopra i tetti. Il defunto prevosto don Egidio Meroni, autore di ricerche e studi su vicende locali, esprimeva l’opinione che un’antica torre fosse stata trasformata nel campanile della chiesa plebana di San Pietro.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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