Appartiene al cenobio benedettino di Piona la villa che sorge a contatto col lago, sotto il colle di Olgiasca, in prossimità dei resti del porto che serviva alle rinomate cave di marmo. Probabilmente originata da un ospizio, fu ricostruita nel 1537 come masseria o casa padronale al centro di un latifondo agricolo. La fronte a lago è incavata da un porticato su colonne a cinque luci, cui sovrastano tre ordini di loggiato in asse a archi ribassati, dei secoli XVII-XVIII. Passata dagli Orio al barone von Merck nel 1913, fu acquisita nel 1934 da Piero Rocca che ne curò il restauro, costituendo sulla fronte a monte un porticato con colonne di recupero dal convento del Giardino di Mialno e erigendo sul molo una statua di San Pietro pescatore. Nel 1937 il complesso è stato donato ai Cistercensi ed ora è sede di comunità di recupero. Così Angelo Borghi in Il lago di Lecco e le Valli.
Gli autori di Ville a Lecco e nella sua provincia raccontano che la villa, di origini ottocentesche, sorge in posizione elevata sulle rive del lago circondata dal verde della collina di Olgiasca. Antica dimora della baronessa Hilde, nobile tedesca, fu in seguito dei coniugi Rocca il cui erede, l’ingegnere milanese Cesare Rocca, la vendette ai monaci cistercensi della vicina abbazia di Piona ai quali appartiene tuttora. Di impianto estremamente semplice, un unico blocco compatto, si sviluppa in altezza su tre piani. Esternamente l’architettura è molto lineare non essendoci particolari decorativi o elementi di rilievo: una semplice sequenza di aperture regolari distingue i lati della villa dal prospetto principale, posto verso il lago sulla cui facciata si apre un’elegante doppia successione di archi, semplice ma raffinata. È questa la parte più interessante della villa sia dal punto di vista estetico che da quello tipologico in quanto ripropone elementi formali riscontrati in analoghi esempi.
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it
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