A «scoprire» Artavaggio, nel 1925, era stato Arnaldo Sassi, presidente della SEL (Società Escursionisti lecchese), con un gruppo di associati fra i quali Nino Castelli, ufficiale degli alpini combattente nella grande guerra, più volte campione d’Italia di sci e di canottaggio. La bella zona a pascoli, oltre ai mandriani con il bestiame all’alpeggio estivo, non accoglieva che qualche gruppo d’escursionisti e, in tempo di neve, rari sciatori. Gli uomini della società lecchese di cultori della m montagna intuirono che nell’amplissima distesa d’Artavaggio, fatta di cocuzzoli e di vallette, di dolci declivi e di lunghi pendii, dove la neve durava fino a primavera, esistevano tutte le qualità per lo sviluppo di un centro sciistico di prim’ordine. Già nell’anno seguente veniva così aperto un piccolo rifugio, dedicato al nome di Nino Castelli, nel frattempo spentosi. Il discorso d’inaugurazione, il 2 ottobre 1926, era di Arnaldo Ruggiero. Il rifugio servì per richiamo agli sportivi dello sci che in quell’epoca pionieristica non badavano a fatiche per soddisfare il loro interesse; così appena due anni dopo la SEL dovette costruire un più grande edificio attiguo al primo, progettato da Mino Fiocchi. Tristi vicende belliche porteranno, nel 1944, alla distruzione del rifugio, rinato con il ritorno della pace e costantemente migliorato; dal 1979 esso reca, accanto al nome di Nino Castelli, quello di Arnaldo Sassi, in ricordo della sua infaticabile attività per diffondere l’amore alla montagna fra i lecchesi. Nel 1931 in memoria di Francesco Bettini veniva realizzata poco discosto una cappellina e all’inaugurazione pronunciava un’appassionata, commovente orazione Franco Calvetti. Oggi è a disposizione dei fedeli una più grande chiesa progettata da Angelo Valsecchi di Cremeno e benedetta il 19 ottobre del 1967 dal vecchio parroco di Moggio don Pietro Mapelli. Papa Paolo VI, che l’aveva sollecitata quand’era alla testa della Diocesi milanese, inviò in dono personale un calice d’argento.

Nel successivo anno 1932 per iniziativa degli alpini di Lecco, sorgeva a quota 1870 un altro rifugio che prese il nome da Giuseppe Cazzaniga, anch’egli ufficiale combattente dei soldati di montagna e campione di sci e canottaggio. Celebrò la messa per l’inaugurazione, il 29 giugno, e tenne la commemorazione don Carlo Consonni, capitano. Il rifugio, ampliato e rinnovato, dal 1972 porta abbinato al nome di Giuseppe Cazzaniga quello di Ugo Merlini, lecchese, che fu presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini.

Altri rifugi sono poi sorti in Artavaggio, e oltre all’impianto della funivia sono state installate attrezzature meccaniche per consentire l’esercizio di massa dello sci.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale