Questo itinerario ripercorre il tracciato di una via militare, costruita durante la prima guerra mondiale, che dopo essersi congiunta con il Sentiero Cadorna, tocca la bocchetta di Stavello ove si possono osservare, in buono stato di conservazione, numerose testimonianze delle opere di fortificazione che seguono la cresta sino alla vetta del monte Rotondo. Si toccano diversi nuclei rurali e, particolarmente interessanti per le loro fonti con i caratteristici “becchi” in legno intarsiato, sono quelli di Caprecolo e di Fraina Soliva, raggiunti dalla variante. Dopo l’alpe Fraina la strada militare si restringe (a tratti scompare tra la vegetazione erbosa ricca di fiori), la pendenza si accentua, l’ambiente si fa più spoglio e il panorama sempre più vasto sulle Retiche, le Orobie e i laghi. Nell’alta valle di Fraina si possono incontrare camosci, caprioli, aquile reali, nonché vipere. Si superano complessivamente 1545 metri di dislivello in 5 ore e mezzo di cammino.
Dalla piazza della parrocchiale di Premana (951 m) ci si porta a oriente dell’abitato per imboccare la carrareccia che si stacca dall’ampia curva della circonvallazione. Restringedosi supera una fonte e inizia a salire tra i castagni per pervenire alle case in pietra di Acquaduscio (1005 m, ore 0,25), poi si raggiungono quelle di Prodaccia (995 m, ore 0,15-0,40) e si entra nell’impluvio della valle di Fraina immettendosi nella vecchia strada militare che sale da Gebbio. Questa carrareccia supera il corso d’acqua che scorre sul fondo della valle di Premaniga e risale verso l’alpe Rasga (1083 m, ore 0,30-1,10). Oltrepassatala, giunge a un primo bivio, al secondo tornante, per le baite di Taeggio, quindi a un secondo con la mulattiera per Caprecolo (ore 0,15-1,25) e, attraversato il torrente Fraina, continua lungo il versante sinistro pervenendo all’alpe Fraina (1394 m, ore 0,50-2,15). Dopo la fonte in pietra si procede a mezzacosta giungendo alla diramazione della strada militare per la bocchetta di Colombana che si lascia a destra per guadare il torrente e ritrovare le tracce della carrareccia. Si continua a svolte e traversi entrando nel vallone che scende dalla bocchetta di Stavello, si sale rapidamente su tracce, tra cespugli di lampone, e si arriva ai ruderi della baita Salavar (1687 m, ore 0,50-3,05). Il sentiero rimonta a tornanti per un lungo tratto fino a immettersi, dopo l’ultimo tornante a sinistra, sul Sentiero Cadorna proveniente dalla bocchetta di Trona (ore 1,10-4,15). Si prosegue a sinistra con pendenza moderata per giungere alla bocchetta di Stavello (2201 m, ore 0,25-4,40) dove il panorama si apre sulla valle di Pai e arriva fino alla Valtellina. Si osservano varie opere militari e, abbandonata la strada che termina poco dopo, si segue il sentiero di destra, lungo i camminamenti (al di là del valico scendono altri due sentieri: a sinistra per l’alpe Stavello, a destra per Gerola Alta) e si perviene a un’altra postazione per fucilieri. Si continua in cresta, o poco sotto, toccando l’imbocco della galleria di accesso a una postazione di batteria in caverna (sul fondo vista della valle del Bitto di Gerola e della Valtellina) e le mura perimetrali di un fortino (2269 m, ore 0,15-4,55), poi con una lunga serie di tornanti si guadagna la vetta del monte Rotondo (2496 m, ore 0,35-5,30) nei pressi di diroccati appostamenti di vedetta e della statua della Madonna, da cui si gode un eccezionale panorama: davanti il Pizzo Alto e il Legnone, a destra la Valtellina con Morbegno e le cime del Bernina e del Disgrazia; a sinistra il laghetto di Mezzola, l’ultimo tratto dell’Adda che serpeggia verso il Lario, il lago di Lugano e le Prealpi comasche; alle spalle le Grigne, il Resegone, le Prealpi bergamasche e più a est le Orobie con il Pizzo dei Tre Signori.
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it
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