Anche questa traversata, molto frequentata, collega i Piani di Bobbio a quelli di Artavaggio, con un percorso però complessivamente più breve e meno ripido rispetto a quello passante per il Forcellino (vedi scheda). In alcuni punti richiede comunque un certo impegno. Lungo la testata della valle del Faggio si devono infatti superare brevi passaggi su roccia, talvolta attrezzati con catene fisse, per attraversare i canali che scendono sul fianco meridionale dello Zuccone Campelli della cresta Ongania. Dal punto di vista geomorfologico questa è l’area più interessante toccata dall’itinerario che, tenendosi sotto l’alta bastionata dello Zucco di Pesciola, permette di osservarne i torrioni, le pareti, i pinnacoli e i salti di roccia in un paesaggio dolomitico. Molto gradevole anche il panorama sull’altopiano, le Grigne e il Resegone.
La prima parte del percorso si svolge in salita, con un dislivello di circa 200 metri, poi in discesa per altri 200 metri. Il tempo di percorrenza è di circa due ore.
Dalla stazione della funivia ai Piani di Bobbio (1640 m) si raggiunge la partenza della seggiovia Orscellera. Si inizia quindi a salire a destra continuando lungo la pista da sci che si abbandona, tra il quarto e quinti pilone di una sciovia, per seguire a mezza costa, sul pendio erboso, le tracce a sinistra, raggiungendo così la bocchetta di Pesciola (1784 m, ore 0,30), depressione tra la cresta Ongania e lo Zucco Orscellera, da cui si ha un bel panorama sul vallone dei Camosci e, alle spalle, dal Pizzo dei Tre Signori al Legnone. Qui si lascia a destra l’itinerario che sale da Moggio e si prosegue in piano, entrando nell’impluvio della valle del Faggio tenendosi al di sotto della bastionata della cresta Ongania, ricca di interessanti conformazioni calcaree. Si lascia a sinistra l’attacco della via ferrata Rebuzzini (ore 0,10-0,40) e si oltrepassano diversi spalloni e canali rocciosi, percorrendo il fianco meridionale dello Zucco di Pesciola che si alza alla testata della valle del Faggio. Aiutati da una scaletta (ore 0,20-1) e da catene fisse si superano canali e piccole cenge, quindi si continua alternando tratti di sentiero su terreno erboso a passaggi su roccia fino ad arrivare all’ampia dorsale del Colletto del Faggio (1838 m, ore 0,10-1,10), panorama sul monte Sodadura e sulla cima di Piazzo, che si attraversa per entrare nell’altopiano di Artavaggio.
Si scende verso la casera Campelli, che si scorge in basso, ma poco prima, a un bivio (0,05-1,15), si tralasciano le tracce per la casera e per i rifugi Cazzaniga-Merlini e Nicola seguendo il percorso a destra. Si giunge ad un secondo bivio e si continua diritto. In ambiente carsico, sul bordo di doline e conche erbose, si prosegue la discesa, si attraversa il piano della Scaletta ove si perviene ad un altro bivio e, lasciando a sinistra un sentiero per il rifugio Cazzaniga-Merlini (ore 0,20-1,30) si scende verso un rado boschetto di abeti e faggi. Scavalcato uno spallone, con il sentiero a desta si progue a mezza costa in piano alla testata del Vallone, in vista della vecchia costruzione dell’ex rifugio Casari, poi si riprende la discesa per giungere in breve ai Piani di Artavaggio e all’attuale rifugio Casari (1639 m, ore 0,10-1,55). Da qui, oltre la conca erbosa, si perviene alla carrareccia che a sinistra porta all’albergo Sciatori, a destra al rifugio Castelli (1650 m) e alla stazione della finivia proveniente da Moggio (1650 m, ore 0,10-2,05).
Deviando dall’itinerario con un percorso facile e non molto ripido si possono raggiungere prima la casera Campelli e poi i rifugi Cazzaniga-Merlini e Nicola. Dal bivio, prima descritto, dopo il Colletto del Faggio, si continua diritto, toccando subito la casera Campelli (1782 m, ore 0,10). Si supera uno stagno e si sale fino al bivio con il sentiero proveniente a sinistra dalla bocca d’Artavaggio (vedi scheda) per proseguire a destra verso il rifugio Cazzaniga-Merlini (1888 m, ore 0,20-0,30) e il rifugio Nicola (1870 m, ore 0,10-0,40).
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it
Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale