Si tratta di un percorso impegnativo che richiede una discreta conoscenza delle principali tecniche dell’alpinismo. Dopo un primo tratto su carrareccia e sentiero l’itinerario si svolge tra i ghiaioni e i canali rocciosi del vallone dei Camosci, per portarsi in cresta. Qui si devono superare altri passaggi attrezzati su roccette prima di guadagnare la vetta. L’ambiente che si attraversa, ricco di suggestive e curiose conformazioni calcaree, e il panorama che si gode in quota offrono sicuramente un interesse tale da meritare l’impegno. In alcuni punti, inoltre, con un po’ di fortuna, è possibile osservare pernici, coturnici, lepri, marmotte o, più raramente, caprioli e altri esemplari della fauna alpina. L’itinerario si percorre in un’ora e mezza circa, superando 521 metri di dislivello, con alcuni tratti di salita molto ripida.

Dalla stazione della funivia ai Piani di Bobbio (1640 m) si prende la carrareccia di fronte, lasciando a sinistra la via Paolo VI. Più avanti si passa dal ristorante Campelli e dal rifugio Sora e si giunge alla partenza della seggiovia Orscellera. Si continua in direzione dello Zuccone Campelli, lungo la dorsale di sinistra, per puntare direttamente alla costruzione del rifugio Lecco (1777 m, ore 0,30) posto su un poggio erboso. Da qui ci si dirige nel vallone dei Camosci lungo le tracce che risalgono la pista da sci, denominata “delle marmotte”, avvicinandosi, con pendenza sempre più ripida, alla base dell’anfiteatro che si chiude davanti con alte pareti, canali e pinnacoli rocciosi. Si lascia questa pista per deviare sul primo o sul secondo sentiero a destra che salgono entrambi a mezza costa lungo il versante settentrionale del vallone, giungendo al centro della testata nel punto ove convergono vari conoidi (ore 0,15-0,45). Si piega a destra e si risalgono le ghiaie del conoide più alto, sempre a destra, pervenendo alla base di due canali incisi nella parete rocciosa (0re 0,15-1). Si lascia a destra quello che sale alla cresta d’Ongania (canale della Madonna) per quello di sinistra si inizia a salire ripidamente su ghiaie mobili. Enormi massi sbarrano il passaggio sul fondo del canalone e si è quindi obbligati a scavalcarli con passaggi su facili paretine; poi un “gendarme” roccioso divide il canale in due rami: si prosegue a sinistra (il ramo di destra, più agevole, porta alla bocchetta d’Ongania e allo Zucco di Pesciola) con alcuni tratti su roccia e sfasciumi, tenendosi dapprima a destra e poi a sinistra, e si arriva alla bocchetta dei Camosci (2130 m, ore 0,30-1,30). Con un breve percorso molto panoramico in parte attrezzato con catene si continua lungo la cresta, al di sopra degli strapiombi che precipitano nel vallone. A sinistra si scorge lo stretto e ripido intaglio del canalone SEM, poi si risale su roccette e tracce di sentiero in vetta allo Zuccone Campelli (2174 m, ore 0,05-1,35), dove la vista può spaziare per 360 gradi su tutte le cime della Valsassina e su quelle principali dell’arco alpino centro occidentale.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

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