È un itinerario particolarmente panoramico e non molto impegnativo, salvo l’ultimo tratto in cresta. In circa due ore si superano 524 metri di dislivello.

Dalla stazione della funivia ai Piani di Artavaggio (1650 m) si procede sulla carrareccia, si trascurano le deviazioni per il rifugio Castelli (a sinistra) e per l’albergo sciatori (a destra) e poco prima di giungere al rifugio Casari (ore 0,10) si abbandona la strada per continuare sulla pista lungo l’impianto sciovia rio, verso la casetta del pronto soccorso e poi verso una villa isolata (1663 m). Qui si piega a destra, si tocca la carrareccia nei pressi del baitello (1676 m) e si continua a salire fino alla stazione superiore dello skilift (ore 0,10-0,20). Seguendo i segnavia ci si alza a mezza costa e da uno spallone erboso si scorge l’originale costruzione a doppia piramide del rifugio Nicola al quale si perviene (1870 m, ore 0,20-0,40), tagliando con il sentiero segnalato le curve della carrareccia. Con essa si prosegue per il rifugio Cazzanig-Merlini (1888 m), si contorna una conca e a un bivio si sale per le tracce di destra. Il sentiero prosegue tra roccette e cenge per portarsi alla bocca di Campelli (1913 m) e alla vicina baita Bocca (1923 m). Tracce poco evidenti conducono oltre la linea spartiacque della dorsale orientale dello Zuccone Campelli dove si ha un ampio panorama sul gruppo del Pizzo dei Tre Signori, poi si riprende il sentiero che nei pressi di un’insellatura si biforca: si lascia a destra quello per il Forcellino (ore 0,20-1,10) e si continua a sinistra in salita. Si supera un intaglio e si prosegue a mezza costa sul versante bergamasco, a uno slaveggio artificiale si piega a destra risalendo sempre più rapidamente la dorsale e portandosi sotto cresta, in vista della cima dello Zuccone Campelli. Salendo in cresta si contornano varie forme rocciose mentre la vista si amplia verso la Valtorta e i Piani d’Artavaggio; poi il sentiero riprende in forte pendenza al di sopra di profondi canaloni e guglie slanciate, attraversa un’insellatura (2066 m, ore 0,35-1,45) e mantenendosi in cresta serpeggia tra roccette con un vasto panorama sulle cime circostanti e i paesi di fondovalle. Più avanti (2159 m) la vista è splendida anche verso nord. Lasciando a sinistra la diramazione per lo Zucco di Pesciola si giunge alla bocchetta dei Camosci (2130 m) dove si prosegue lungo la cresta con passaggi impegnativi e attrezzati per salire in vetta allo Zuccone Campelli (2174 m, ore 0,10-1.55).

 

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

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