Itinerario impegnativo su sentieri ripidi, creste e roccette; d’interesse panoramico; sono altresì osservabili le miniere di manganese, ora abbandonate, sotto la Porta di Parlasco e la depressione detta Zoca di Cavée. Una leggenda vuole che a Marmoro sorgesse, nel Medioevo, la fortezza del bandito Lasco, terrore dei nobili e protettore dei poveri. Itinerario percorribile in due ore e mezza, supera un dislivello di 830 metri.

Dalla chiesa di Sant’Antonio a Parlasco (679 m) si raggiunge la strada per Cortenova e si imbocca la prima carrareccia a destra, che sale tra alberi e cespugli, per giungere a Marmoro (702 m, ore 0,15). Da qui, per tracce nell’erba, si sale verso un muro a secco ai margini del bosco e superatolo si incontra una mulattiera che si percorre verso sinistra; quindi al primo bivio a destra e al secondo a sinistra. Si continua per il sentiero che sale ripido nel bosco con strette curve e traversi fino a superare il fondo dell’ampia valle dei Crotti. Dopo facili roccette si risale una dorsale erbosa per giungere all’imbocco delle miniere abbandonate (ore 1-1,15). Lasciato il sentiero che procede pianeggiante si sale al disopra delle gallerie per portarsi fuori dal bosco e continuare per la dorsale arrivando alla Porta di Parlasco (1330 m, ore 0,15-1,30), dalla quale si può osservare in basso la Zoca di Cavéè (1260 m). Si prosegue verso sinistra fino a uno sperone roccioso sulla sommità di una parete strapiombante nella valle dei Crotti (vista molto suggestiva sulla Valsassina), continuando sul versante valsassinese dove il sentiero procede angusto al di sopra di ripidi pendii erbosi. Dapprima, ancora in cresta, si superano alcune depressioni (vista impressionante sulla sottostante parete solcata da canali rocciosi), quindi si traversa al di sotto della cima di Cavée (1501 m) e, rimanendo sul versante di Esino, si guadagna la massima elevazione della cima di Daas (1509 m, ore 1-2,30), la più importante della cresta dei Pizzi di Parlasco, sulla quale è posta una croce in ferro, e dove il panorama spazia sulle Grigne, il lago e le cime della Valsassina.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

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