Itinerario facile e poco faticoso, un tempo molto frequentato da Esino al Cainallo prima della costruzione della carrozzabile, si sviluppa prevalentemente nei boschi. Incontriamo un castagneto poco fuori Esino Lario e, dopo i pascoli di Cainallo, possiamo osservare i boschi di faggio, coltivati da centinaia di anni per la produzione di legname con un metodo detto a «sterzo», che consiste nel tagliare le piante per ottenere un maggior numero di «polloni» che a loro volta vengono recisi ogni nove anni, lasciando crescere le «matricine» lungo i confini di proprietà e sentieri. La conca di Cainallo offre ancora oggi una piacevole immagine alpestre dove vengono allevati bovini ed equini e, talvolta, è anche possibile acquistare prodotti lattiero caseari di produzione locale. Vari impianti scioviari ne hanno inoltre valorizzato le possibilità sciistiche. Bei panorami sono godibili lungo tutto l’itinerario e particolare attenzione merita la chiesetta di San Pietro. Si percorre in poco più di tre ore superando un dislivello in salita di 406 metri e in discesa di 250 metri.

Da piazza Carlo Gulfi in Esino Lario (834 metri) si sale da via Bertarini in via Sciorcasella fino ad imboccare la stradina che si stacca da un tornante, a destra, nei pressi della sede del PIME. La carrareccia supera le cascine di Piazzo, giunge in località Gromeduggio (1035 m, ore 0,35) e continua più ripida fino ad un incrocio (ore 0,10-0,45) dove si continua a destra. Dopo la val Mudrogno si tiene ancora a destra nella faggeta per giungere ad un bivio (cappelletta) quindi a sinistra per raggiungere la carrozzabile nei pressi del Rifugio Cainallo (1240 m, ore 0,05-0,50). Superato il rifugio si imbocca la carreggiabile a destra sino al suo termine ove incrocia la pista da sci che scende dal Cimone, per seguirla in discesa fino alle case di Natre superiore (1229 m, 0re 0,20-1,10) presso le quali si prende un sentiero che taglia i pascoli ed entra nella faggeta. Passata l’alpe Boldasca (1178 m, ore 0,10-1,20), al limite di un prato e attraversato un vallone, si giunge ad un bivio spesso nascosto da cumuli di tronchi: lo si prende a sinistra per un tratto ripido quindi nel bosco pianeggiante fino ad alcune polle d’acqua di stillicidio chiamate Fontane di Petua, poste ai piedi di un roccione (ore 0,15-1,35). Poco dopo, superato il costone che scende dal monte Croce ed entrati in valle Ontragno, si lascia a sinistra un piccolo sentiero che sale alla grotta della Canoa e si esce dal bosco per congiungersi con una mulattiera che a sua volta si immette in quella che sale, a destra, da Esino Lario (ore 0,30-2,05). Continuando fino ad un bivio lo si prende a destra per toccare il fondo della valle Ontragno quindi con una breve salita si arriva ai pascoli dell’alpe di Esino (1171 m, ore 0,20-2,25). Lasciata a sinistra la mulattiera per l’alpe di Lierna e, in basso a destra, quella che sale da Ortanella, ci si dirige al bordo settentrionale dell’alpeggio per prendere, fra le varie mulattiere, quella di mezzo che scende dolcemente. Si continua nel bosco tralasciando una diramazione a destra, sul fianco meridionale del monte Parol. È questo un tratto di sentiero molto panoramico sul bacino lariano, i suoi paesi e i monti che lo circondano. Si prosegue su una mulattiera tenendo la destra al bivio per l’alpe di Mezzedo per scendere infine, con tratti più ripidi, alla chiesetta di San Pietro (990 m, ore 0,20-3) dove ci si immette nell’itinerario proveniente da Lierna per Ortanella (963 m, ore 0,10-3,10).

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

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