Arrivare al rifugio Aurora è un po’ come arrivare a casa propria. Non solo per le sue contenute dimensioni – un piccolo edificio a due piani tra le piste di sci (in inverno) e i pascoli (in estate) ai Piani di Artavaggio – ma anche e soprattutto per l’atmosfera che si respira una volta varcato l’ingresso. Il rifugio nasce, infatti, dalla grande passione per la montagna di Giorgio Redaelli, noto negli ambienti alpinistici come «il re del Civetta», e Aurora Raineri. Fu proprio Aurora a convincere il marito a costruire il rifugetto ai Piani di Artavaggio, dove i due per anni sono stati gestori del rifugio Cazzaniga-Merlini. I lavori cominciarono nel 1977 e si conclusero cinque anni dopo. A distanza di trent’anni lo spirito che ha animato questa iniziativa è rimasto intatto e, anche se Redaelli si è dedicato a tempo pieno a un altro lavoro, gli escursionisti lecchesi non hanno abbandonato il rifugio Aurora. Anzi. Nelle mani della moglie il rifugio ha conservato quell’atmosfera intima che tanto piace alla gente di montagna. Nel frattempo Giorgio Redaelli, autore di tante imprese alpinistiche tra gli anni cinquanta e sessanta – come la prima assoluta della direttissima alla parete sud della Torre Trieste, solo per citarne una – pur applicandosi in altri settori, è rimasto fedele alle sue montagne. Una passione che, nel 1999, gli è valso il «Premio SAT», prestigioso riconoscimento della Società Alpinisti Tridentini.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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