Sul fianco occidentale del monte Muggio, che separa le valli del Varrone e della Pioverna levandosi tra Legnoncino e Pizzo di San Defendente, sorgono i romitori degli ultimi due fratelli eremiti del Lario orientale.

San Grato è ovunque assai noto perché il poggio su cui sorge la vera e propria chiesa a lui dedicata è in posizione splendida, sebbene posto a soli 942 metri di elevazione: domina, infatti, gran parte del lago. Il sacro edificio, nella sua espressione attuale, secentesca, non consente ipotesi sull’origine. Una tradizione, per nulla attendibile, lo vorrebbe eretto da due monaci ivi rifugiatisi in occasione della peste provocata dai lanzichenecchi, quando l’intera Muggiasca sarebbe andata deserta di gente. Una statua di legno del santo, di eccezionale fattura espressiva, riporta fortunatamente assai addietro, ad arte romanica; la si ritiene non scolpita localmente e si è affacciata l’ipotesi di una provenienza da Aosta, dove Grato fu vescovo nell’ottavo secolo, congettura d’altronde attendibile in quanto relazioni ecclesiastiche non mancarono nel Medioevo tra la “squadra dei Monti” della Valsassina e la città di Aosta.

Il santo aveva fama tra i montanari di proteggere la campagna dalle offese del maltempo e la devozione a lui era ispirata a tali sue virtù taumaturgiche. Anche ad Esino una cappella era a lui dedicata nei pianori più fertili del paese.

La festa di San Grato si celebra la prima domenica di luglio e la prima di settembre e ancor oggi, data la vicinanza di molti paese, è assai frequentata: funzioni solenni, pasto all’aperto, canestri.

testo di PIETRO PENSA, da L’Adda, il nostro fiume, volume terzo, Religiosità, tradizioni e folclore nel ritmo delle stagioni
pubblicato a cura di ANGELO SALA sul sito www.valsassinacultura.it

 

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