A condividere e ad abbreviare molte segnalazioni di Sfirio vi era Defendente, il cui romitorio sorgeva a 1321 metri sulla vetta di quel monte, in passato detto Cavadino, che, prendendo radice dall’acqua a centro lago, sale a dominare tutto il Lario, Grigne, Legnone, Pizzo e San Primo, in una visione stupenda che tanto un tempo attraeva i turisti stranieri. Non molto sotto la vetta, la montagna è ora tagliata dalla strada Esino-Valsassina, dal cui punto più elevato si gode quasi l’identico panorama.

Su un grosso sasso precipite si erge attualmente una croce di ferro, ma in anni non lontani si vedeva ancora qualche rudere di muro, poi totalmente scomparso. Io non vi facevo caso; me ne interessai quando, nel corso delle ricerche storiche che poi condussi, trovai notizia di una chiesuola che sorgeva sulla vetta.

Dopo la visita di San Carlo che proibì di officiarvi tanto era disastrata, i sindaci di Perledo e di Esino, in occasione di un accordo sui confini dei due territori, nel 1614 stabilirono: «La Cappelletta di San Defendente la quale ora è dirupata per infortunio della saetta si ha da refare a spese de ambo parti». Il lavoro fu compiuto e nel 1677 «sul monte eminente sopra a ogni altro in circonvicino, assai scosceso et tutto spogliato d’erba» vi era nuovamente il “gesuolo” «dove dicono esservi l’effigie di San Martino e di San Defendente».

Quando ne chiesi ai miei vecchi informatori di allora, mi si disse che un ulteriore rifacimento avvenne nella prima metà del 1800, dopo una processione ogni partecipante della quale portò sin lassù un po’ di calce e di sabbia o legname per il tetto. Fulmini e maltempo erano però continui sulla vetta tanto isolata, e così alla fine si decise di erigere una croce.

San Defendente, nell’agiografia cristiana, è ricordato come uno dei militi della legione tebana martirizzati presso il Rodano nella regione di Marsiglia ai tempi di Massimiano e ivi sepolti. Notevole era il culto a lui in Italia: si riteneva che proteggesse dai lupi e dagli incendi. Certamente proprio per tale ragione gli fu dedicata la cappella sul nostro monte lariano, tristemente noto alle genti della valle dell’Esino per gli incendi dei boschi, che nel Medioevo giunsero addirittura a distruggere il paese più alto e che neppure quarant’anni orsono fece ancora due vittime.

La festa del santo si celebrava nei paesi di pianura il 2 gennaio; a Marsiglia il 25 settembre; a Perledo e ad Esino, la data cadeva pure in tal giorno, poi, per ragioni di opportunità, fu portata alla terza domenica di settembre.

 
testo di PIETRO PENSA, da L’Adda, il nostro fiume, volume terzo, Religiosità, tradizioni e folclore nel ritmo delle stagioni
pubblicato a cura di ANGELO SALA sul sito www.valsassinacultura.it

 

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