Vien fatto di affermare che tra i fratelli eremiti Sfirio fosse il maggiore: dal suo rifugio, infatti, poteva segnalare a quasi tutti gli altri. Ed eccoci, allora, tornare ad oriente, a quello stupendo poggio che si protende dalle pendici orientali della Grigna maggiore, a 1494 metri di altezza, là dove sorge la chiesetta di San Calimero, in territorio di Baiedo, oggi Pasturo.
Calimero, vescovo di Milano per volontà di popolo nel II secolo, fu, come si sa, arrestato sotto accusa di dileggio al culto pagano presso il cimitero della via Romana, decapitato e gettato in un pozzo. Venerato, per la sua fine nell’acqua, quale intercessore ad ottenere la pioggia in periodi di siccità, la gente della Valsassina gli costruì una cappella in tempi certamente assai antichi. Dice la leggenda che si decise di erigerla in posizione meno elevata, ma che uno stuolo di rondini portò col becco calce e sabbia, preparate più in basso, là dove ora sorge il piccolo tempio.
Ogni anno, il 31 luglio, si festeggia il santo. La sera precedente i mandriani accendono fuochi presso la cappella. Il popolo, la mattina, saliva processionalmente sul monte; i giovani e le ragazze si adornavano di garofani che allo scopo venivano coltivati con cura sulle lolbie del paese. Mancando la campana, era il mandriano capo di Prabello a dare, con solenne atteggiamento, il segno della messa; al parroco di Pasturo era fatta offerta di panna. Processioni straordinarie venivano poi indette in tempo di siccità.
testo di PIETRO PENSA, da L’Adda, il nostro fiume, volume terzo, Religiosità, tradizioni e folclore nel ritmo delle stagioni
pubblicato a cura di ANGELO SALA sul sito www.valsassinacultura.it
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