La scrittrice Brunella Gasperini, in Una donna e altri animali, ha rievocato il tempo (doveva essere appena prima della guerra) quando i suoi fratelli andavano a sciare «in un posto chiamato Artavaggio». «Desideravo accoratamente – annota – di crescere, crescere in fretta per poter andare ad Artavaggio anch’io». Ma soggiunge che, avendo cominciato a sciare in età matura, aveva rifiutato la proposta di una giornata in Artavaggio: «Non voglio vedere Artavaggio come certamente è adesso, affollato, pieno di impianti di risalita; preferisco continuare a immaginare l’Artavaggio raccontato dai miei fratelli, con un rifugio non riscaldato e le salite da fare a piedi».

Il poeta vernacolo lecchese Luigi Manzoni nel poemetto La Valsasna fa quasi vedere come

…se destend ben soleggiada
su on verd rasaa la piana d’Artavacc

sulla quale

… i gradazion cobalt ispalancaa
fonden insemma i armonej col ciel

mentre

anca i capann regorden la bravura,
semper seguida, di nost gran campion,
sul cima Piazz e su la Sodadura
che ved a calà ‘l sô dree al Resegone.

Il Sodadura, con la sua singolare piramide terminale, è in terra bergamasca: il confine del Comune di Vedeseta passa quasi davanti alla porta del rifugio Nicola. Dentro il quale è incorniciata un a poesia di Leila Bonvini Cambieri «agli Alpini» che ha per titolo «La Madonina del Sodadura». La poesia alla Madonnina del Sodadura termina così:

L’è sconduda, ma l’è lì
e la spetta, in di giazzad
una man calda de amoor
che in del gêl, la metta on fiôr.

 

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale