Paride Cattaneo della Torre diceva essere la chiesa di San Vittore «sopra un alto colle, alla similitudine di un forte castello». Invero la collina sulla quale sorge la parrocchiale di Esino è chiamata «il castello», e Pietro Pensa afferma che un tempo in cima al poggio era veramente posto il castello di San Vittore.

Scrive dunque il Pensa in Le antiche vie di comunicazione del territorio orientale del Lario e le loro fortificazioni che tale castello «fu probabile castrum tardo romano e sicuramente poi centro arimannico, costituito da un recinto e da una torre, le cui grosse murature sono forse da individuarsi nelle fondamenta messe in luce durante lavori all’altare maggiore dell’attuale chiesa, la cui dedicazione richiama il santorale più antico. Il luogo, in cui si rinvennero oggetti romani, è costantemente chiamato nei documenti ecclesiastici e notarili castrum Exini. Ancora nel XV secolo, gli atti più significativi erano rogati super castro Exini, il che denota l’antichissima importanza come centro di dominio dell’opera fortificatoria. Nel XVI secolo esistevano ancora i ruderi del recinto fortificato».

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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