Negli anni 1680-1684 le famiglie che abitavano a Maggio, frazione della parrocchia di San Giorgio di Cremeno, circa una quindicina, presero l’iniziativa di costruirsi una chiesa. La distanza da Cremeno era notevole e nella cattiva stagione molto faticosa; di tutte le frazioni, Maggio era l’unica senza una chiesa propria. Si distinsero nell’opera Carlo Invernizzi (residente a Roma), il parroco don Damiano Marcotello, le singole famiglie guidate dai sue sindaci Bartolomeo Berra e Giovanni Invernizzi «Tonallo», perché ogni spesa veniva ripartita tra i «fuochi» (le famiglie). La chiesa fu costruita, pare, da mastro Antonio Prina di Arosio. Aveva una facciata semplice, la navata era piccola, a linee barocche con lesene, cornicione e volta. A destra la cappella dei Santi Giuseppe e Rocco, a sinistra un vano con il confessionale. L’altar maggiore era in muratura, sormontato da un’ancora di legno con il quale della Natività di Maria, scelta come titolo della chiesa, quadro opera di un pittore ignoto (1693). Questa tela è caratterizzata da un morbido pittoricismo che rivela lontane suggestioni dal Montalto, autore di una pala dell’oratorio di San Giovanni Battista a Barzio, ora nella parrocchiale. La chiesa fu benedetta dal prevosto di Primaluna, don Giuseppe Agudio, nel 1684. Un cappellano iniziò presto a celebrarvi le funzioni liturgiche, facendo anche la scuola ai ragazzi di Maggio. Altre opere furono poi realizzare dai maggesi per completare ed abbellire la loro chiesa, tra cui il campanile con le tre campane (nel 1756 e 1766), l’ossario dei morti (1791) e più tardi l’altar maggiore (1861), perché anche Maggio diveniva finalmente parrocchia indipendente nel 1855. Nel 1898 la chiesa ormai troppo piccola veniva ingrandita (con il raddoppio della navata e l’aggiunta del coro) ed assumeva la forma attuale su disegno dell’architetto don Enrico Locatelli, parroco di Vergiate. Fu poi decorata ad affresco con la Vita della Vergine dal pittore Romeo Rivetta di Milano nel 1905. Nell’Ottocento vennero costruite all’esterno della chiesa le cappelle della Via Crucis, di cui oggi resta nella piazza solo la XIII con un affresco della Pietà, dipinto nel 1938 d Pierino Motta di Introbio.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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