Sebbene non vi siano elementi, non è impossibile che Cortenova sia nata come piccolo centro romano; il fatto comunque di attribuire a quei tempi il ponte sul Pioverna, dice l’antichità cui la tradizione fa risalire il paese. Secondo alcuni il paese, con questo nome, compare nel 1215 ma con sicurezza solo alla fine del XIII secolo si trova Cortenova con la chiesa di Sant’Ambrogio che dovrebbe essere l’attuale parrocchiale, divenuta però tale solo nel 1490 per separazione da Taceno. Già questa dedicazione, tipica della chiesa ambrosiana, salita in auge nel corso dell’ XI secolo, ci avvia alla comprensione della funzione originaria del paese, in relazione anche al suo nome. Il significato di esso è evidente e si collega a una rinnovata corte: e questa novità deve certo porsi in antagonismo con la corte vecchia, che secondo alcuni era Cortabbio. Quest’ultimo è luogo molto antico: vi si trova una lapide cristiana del 425, una delle più antiche del territorio milanese; vi si trova la dedicazione a San Lorenzo, molto usata nei tempi prebarbarici; inoltre Cortabbio era sobborgo di Primaluna, la Pieve e residenza iniziale dei signori della Valle.

La corte è in genere un centro di raccolta delle decime in natura, spesso di origine longobarda. Pare logico supporre che i longobardi, occupata militarmente la valle e controllando la chiesa con la torre sopra Primaluna, fondassero nel luogo prossimo poi detto Cortabbio i magazzini di prodotti che dovevano essere loro versati: sarebbe quindi la corte antica passata in seguito ai conti di Lecco e forse già amministrata dai Capitani della Pieve, i Della Torre, che alcuno fa anche parenti della stessa famiglia dei conti di Lecco dei secoli IX e X. La corte nuova dovrebbe allora collegarsi a qualche grosso rivolgimento amministrativo e politico avvenuto in valle, ciò che avvalora la seconda ipotesi.

Se notiamo che Primaluna continuerà ad essere la sede della riscossione della decima appartenente in parte alla chiesa plebana da parte della famiglia Della Torre, dal 1240 al XV secolo, si può pensare che nella nuova corte altri fossero i proprietari e cioè gli arcivescovi di Milano, ventui sul finire del secolo X ad ereditare gran parte dei diritti fiscali o regi, sottratti ai conti di Lecco. Fino alla metà del XIV secolo, signori anche politici della valle saranno appunto essi. Naturalmente bisogna allora pensare che i Della Torre, forse in un certo periodo anche capitanei o affittuari degli arcivescovi, vantassero però un’origine funzionaria precedente. La dedicazione della chiesa di Cortenova, il fatto che il paese sia pressoché l’ unico della valle a non pagare la decima ai Della Torre, l’esser ancora essa dipendente religiosamente da Taceno ancora per molto tempo, avvalora l’ipotesi di altri che l’origine della corte nuova sia da attribuirsi ad altri fatti.

Corte regia antichissima in Valsassina fu la Corte di Buscanti, presso Pasturo. Donata dai re italici ai conti di Lecco, essa divenne loro proprietà personale, o allodiale. Caduto in disgrazia Ottone l’ultimo conte di Lecco, gli succedette nel dominio l’arcivescovo, non si sa se per concessione imperiale o per altro. Non andarono a lui i possessi allodiali, tanto che l’imperatore gli contesterà l’usurpazione della corte di Lecco allodiale. È quindi probabile che proprio allora sia sorta la corte nuova già che l’arcivescovo non poteva utilizzare quella dei Buscanti. In seguito l’arcivescovo subinfeudò la Valsassina ai Della Torre di Milano, concedendo loro 1/6 della decima, nonché quella totale dei luoghi fortificati, quali la Cavadiga di Bindo.

Cortenova non deve confondersi con altre corti attestate in Valsassina nei secoli X e XI, che sono masserie private anche se appartenenti ai conti di Lecco o ai vescovi di Bergamo e di Milano, mentre quella di Cortenova è il centro di raccolta di diritto pubblico e a servizio delle intere valli vicine. Diventa anche logico che Cortenova non avesse per un certo tempo grande importanza dal punto di vista abitativo, come invece Introbio o Pasturo, ma che lo diventasse in seguito e venisse conteso tra le fazioni guelfe e ghibelline nel corso del XIV secolo.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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