Nella parte alta del paese si trova la chiesa di Sant’Antonio Abate, che presentava, prima dei recenti restauri, la caratteristica struttura quattrocentesca ad archi traversi, nascosta da una volta a botte posticcia, poi crollata. Antonio Rubino di Aveno avrebbe dipinto nel 1678 il soffitto ligneo. Si possono vedere in essa opere sei settecentesche, quali l’altare ligneo dipinto con una statua di Sant’Antonio, alcune tele e paliotti e un affresco staccato con l’Annunciazione, proveniente da casa Berera.

Gli atti della visita pastorale di Carlo Borromeo, del 1582, segnalano queste principali notizie. Vi è una piccola abside con un altare che ne occupa buona parte; sulla mensa vi è l’ancona antica con la statua dorata di Sant’Antonio e altre figure dipinte. Nell’oratorio il pavimento, irregolare, è su tre piani raccordati da altrettanti gradini. Le pareti sono in parte intonacate e in parte decorate da vecchie pitture. Solo un tratto della copertura appare soffittato. La navata ha due porte e due finestre. La descrizione dell’oratorio negli atti della visita di Federico Borromeo nel 1608 inizia segnalando che è stato or ora ricostruito il presbiterio. La restante parte della chiesa non è pianeggiante dato che, si aggiunge, la natura del sito è montuosa. Si ascende all’ingresso principale, sul fronte ovest, tramite nove gradini; poi ancora per uno scalino e, infine, per altri due che scandiscono le campate interne.. Le pareti sono per la maggior parte decorate da immagini affrescate, vetuste e deformi.

La visita pastorale dell’arcivescovo Federico Visconti, nel 1685, registra la presenza di una nuova copertura della navata. Gli atti segnalano che l’oratorio è di pregevole struttura, con la soffittatura costituita da tavole di legno dipinte (è il lavoro realizzato nel 1678 da Antonio Rubino), e altre significative notizie. Si afferma che la maestà dell’oratorio discende principalmente dalla sua vetustà; si loda la volta arcuata in legno, elegantemente decorata da pitture. La chiesa ha un pavimento cementizio pianeggiante (evidentemente sono stati eliminati i tre ripiani scanditi da gradini). Sull’altare una nicchia protetta da vetro e contornata da una cornice ornata pregevolmente da dipinti e dorature, include la statua di Sant’Antonio Abate.

Oleg Zastrow, al quale siamo debitori di queste e delle notizie relative agli altri oratori premanesi tratte dalle pagine di La chiesa di San Dionigi a Premana (1996), segnala che «la notevole copertura della navata, eseguita in legno di larice e decorata nel 1678 dal Rubino, fu demolita, non senza locali contestazioni, nell’anno 1893».

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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