In origine la chiesa era un semplice oratorio ad un’unica navata la cui costruzione risale al Quattrocento e per tradizione viene connesso con probabile visita compiuta da San Bernardino da Siena che intorno al 1420 predicò a Como. Tale appare ancora in un disegno del 1577 che riproduce la sua pianta. E’ questo piccolo oratorio che San Carlo visiterà una prima volta il 28 ottobre del 1566 e una seconda volta il 16 agosto del 1582. In questa occasione il santo troverà la chiesa in stato precario. Così viene descritta nella relazione della visita, riportato da Eugenio Cazzani (San Carlo in Valsassina, 1984): «La chiesa, grande, è soffittata con tavole di legno che mostrano crepe; la porta è fatiscente; le pareti, ognuna con una finestra, non sono neppure intonacate;sulla facciata vi sono due finestre, una rotonda e l’altra a forma di croce, ma non si corrispondono. In un angolo c’è il cimitero; attorno alla chiesa c’è terra alta che produce umidità».

Con la fondazione della parrocchia avviene il definitivo distacco dalla chiesa matrice di Margno, nel 1655, stabilito dall’allora arcivescovo card. Alfonso Litta. La frazione di Codesino rimarrà con la parrocchia di Margno fino al 22 luglio del 1801 quando con un decreto del Ministro degli Interni della Repubblica Cisalpina, verrà definitivamente unita alla parrocchia di Casargo (Carlo Alberto Crippa, Uomini e paesi della verde Valsassina, 1978).

La chiesetta viene ripristinata e ingrandita, anche con le rimesse di alcuni emigrati nel Torinese. Sopra l’elegante portale datato 1758, si osserva una lapide del 1658, probabilmente relativa a quei lavori. Fra alcune tele del tempo è notevole la pala di altare di destra con la Vergine del Carmelo e i Santi Carlo, Francesco, Bernardino e Simone Stock e che si crede di provenienza torinese. Viene ulteriormente ingrandita con l’aggiunta delle navate laterali nel 1833-34 e fu ampliata verso occidente e quindi sottopopsta a decorazione a cominciare dal 1842. Risale a quell’anno l’organo di Giuseppe Valli revisionato nel 1899 da Vittore Ermolli. Di qualche tempo più avanti sono gli affreschi di Giovan Maria Tagliaferri, che illustrano l’arco trionfale con i profeti, la volta del Presbiterio con l’Annunciazione e gli Evangelisti, e il coro con numerosi medaglioni di santi. Nell’oratorio di San Giacomo di Codesino la pala precedente di Sant’Antonio del 1658 firmata da Luigi Reali. Del 1824 è l’altare maggiore a tempietto in marmi e formelle scolpite. Si segnalano un confessionale intagliato barocco e una tavola con copia della Annunciazione del Garofalo. Nel 1890-91 venne rialzato il robusto campanile dalla caratteristica guglia di cotto.

 
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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