Divenuta parrocchiale solo nel 1930 per decreto del cardinale Schuster, dopo essersi staccata da Taceno, la chiesa è una delle più antiche della Pieve di Valsassina: è già citata alla fine del Duecento da Goffredo da Bussero nel Liber Notitiae Sancotrum Mediolani e una monofora sul fianco sud, nonché resti di murature, ipotizzano una ricostruzione del pieno o tardo Duecento. Nella visita pastorale di San Carlo del 1566 risultava restaurata e con le pareti in parte intonacate e dipinte, in parte grezze. Nei decreti il vescovo prescrisse di provvedere a dotare l’altare maggiore di una pala o di ornarlo con pitture. In effetti, sull’arcone trionfale e sulla parete sinistra del presbiterio quadrangolare probabilmente trecentesco e rimaneggiato superiormente intorno al 1580, compaiono affreschi appartenenti ad epoche diverse comprese tra il XIV e il XVI secolo, disposti in parte a strati sovrapposti e coperti da intonacature, riportati alla luce nel 1977 durante normali lavori di manutenzione.

Sulla parete destra del presbiterio si vede una Trinità commissionata da Francesco Busi di Valtorta nel 1351 (come risultava da una iscrizione oggi non più leggibile); di fronte si trova il Martirio di San Sebastiano ascrivibile al XV secolo assieme ad uno stemma visconteo con il caratteristico biscione e ad altri frammenti. Sul pilastro destro del presbiterio compare un ciclo di affreschi che risale al 1593: un Santo monaco, identificato con Sant’Antonio Abate o con Sant’Antonio da Padova; su quello sinistro Sant’Antonio Abate in una iconografia inconsueta per la Valsassina con il pastorale ed un diavolo raffigurato al guinzaglio in luogo del classico maiale, la Crocifissione sulla parete di fondo; sull’arco trionfale una mutila Annunciazione del pittore bresciano Aragonio Aragone, che affrescò pure un’altra Annunciazione – ora grossolanamente ridipinta sul portale d’ingresso alla casa Busi a Parlasco (in via Rosmini 10) – nonché i Palazzi Vertemate di Piuro e Besta di Teglio (1580) e le parrocchiali di Gravedona (1590) e Bellagio (1619); due Sante sulla parete destra e due Santi su quella opposta, tra i quali si distingue San Pietro di fianco a un episodio della vita di Sant’Antonio Abate. Sulla parete destra della navata è collocata una pala seicentesca raffigurante la Madonna Assunta tra i Santi Antonio Abate e Michele Arcangelo, proveniente dall’imponente altare maggiore in stucco a colonne tortili e frontone spezzato sormontato da due angeli risalenti al tardo Seicento. Nel 1867 fu eretta la cappella sinistra che, dedicata inizialmente a San Carlo, venne poi intitolata alla Vergine, raffigurata in una statua al di sopra dell’altare, dotato di un caratteristico tabernacolo ligneo e di un pregevole paliotto a ricamo. Poco più tardo è il portico addossato alla facciata della chiesa. Il grande campanile, curiosamente modanato nei fastigi, risale al Settecento.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale