Esistente già nel XIII secolo e ricostruita tra il 1348 e il 1355 con facciata decorata a fasce bianche e nere e bel rosone a vetrata; all’interno tabernacolo a muro (quattrocentesco), polittico del Battista (1525 – 1530), affreschi sulla volta (1530), grande ancona lignea della Madonna (seicentesca); nel tesoro croce processionale (XV secolo) e calice del 1375
Troviamo la prima significativa espressione della architettura gotica nella trasformazione della chiesa parrocchiale di San Giorgio in Varenna dove la duecentesca copertura lignea a vista dell’edificio romanico venne sostituita da volte in muratura, con ogiva molto pronunciata e costoloni. Stessa sorte che è toccata – secondo Oleg Zastrow autore di fondamentali volumi quali «Architettura gotica nella provincia di Lecco», «Affreschi gotici nel territorio di Lecco» e «Legni e argenti gotici nella provincia di Lecco» – alla chiesa parrocchiale dei Santi Giorgio Nazaro e Celso in Bellano dove la parte più rappresentativa è la facciata, che lo studioso (autore peraltro anche di una imponente monografia sulla stessa chiesa) così descrive: «I paramenti murari sono costituiti da filari regolari di masselli calcarei ben squadrati. La superficie della parete è vivacizzata da un’alternanza bicroma che si ripete negli archi ogivali dei portali e nelle due finestrelle strombate ad occhio, aperte sopra i due ingressi affiancanti quello maggiore. Gli archetti pensili ogivali coronanti i salienti laterali del tetto nella facciata sono armoniosamente inseriti nei paramenti murari. Ancora osservando il fronte si può notare il moltiplicarsi degli intenti figurativi e ornamentali. I tre portali, fra l’altro, hanno eleganti forme slanciate con l’ogiva sensibilmente acuminata, ma l’arco è ancora contornato da blocchi litici poligonali, secondo una tecnica memore di tradizioni tardo duecentesche. L’apparato scultoreo ornante la facciata è sobriamente ricercato negli stemmi, nelle figurazioni simboliche, nei semicapitelli sulle porte, nella pregevole edicola racchiudente la statua del patrono dell’arcidiocesi milanese. Splendidamente risolutivo della partizione superiore nella facciata è il grande rosone, con una cornice in terracotta maiolicata a figurazioni multiple concentriche, in prevalenza fitomorfe».
Lo stesso studioso (Oleg Zastrow) si è occupato della prepositurale di Bellano anche nel capitolo dedicato a «Le Chiese Madri d Urbano II a Giovanni Paolo II» nel volume «Una Chiesa tra lago e montagne» (Como 1996).
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it
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