I riferimenti storico letterari confermano la fondazione medioevale (coevo e notevole il campanile) con ampliamento cinquecentesco e rifacimento barocco che ha dato all’edificio una singolare monumentalità. Arredi (pregevole il battistero in legno) e tele sono dei Sei-Settecento. Interessante il tesoro con una croce e due calici quattrocenteschi, un ostensorio e due calici cinquecenteschi. Anton Gioseffo della Torre di Rezzonico nel suo settecentesco Larius ci ha lasciato un cenno sul castello di Vezio allora in rovina e parlando di Perledo attribuisce alla regina Teodolinda, sull’autorità della tradizione, la costruzione della chiesa di San Martino.
Un secolo dopo l’Arrigoni, a sua volta, riferisce: «La regina Teodolinda tanto nota per la sua pietà, invaghitasi dell’amena solitudine di Perledo, spesso vi veniva a villeggiare, e stanca infine delle gravi cure del regno, rinunziò il trono al figlio Adaloaldo, e qui si ritirò a passare i giorni della vecchiaja. Lasciò essa in questo luogo di delizie perenni monumenti della sua grandezza e pietà nella chiesa che fu posteriormente rimodernata, e nella torre che ancora si ammira».
Già nella cinquecentesca «Descritione della Valsassina» Paride Cattaneo della Torre, di Primaluna, accenna pure alla «bella terra di Perledo, luogo assai fertile de perfetti vini, olei de olive, et altre comodità» dove «hano lor chiesa prepositurale di santo Martino Vescovo con alto et bello campanile». La chiesa di San Martino in Perledo è ricordata nella «Descriptio Ecclesiarum» di Feliciano Ninguarda, Vescovo di Como nella seconda parte del XVI secolo.
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it
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