La storia di questo piccolo centro si rifà alle vicende che accumunarono quasi tutti i paesi della vallata nel corso dei secoli. Antico possedimento degli arcivescovi di Milano, nel XII secolo il feudo passò sotto la signoria dei Torriani. E’ con ogni probabilità a questo periodo che risalgono gli avanzi di una torre medioevale ancora oggi visibili a Cassina; secondo gli storici, infatti, esistevano castelli, trincee e muraglie che chiudevano lo stretto solco di Balisio, di notevole importanza strategica nella zona. Ai Torriani, nel XIV secolo, fecero seguito i Visconti, ma Azzone dovette inviare un potente esercito per riuscire a domare e a controllare la vallata, rimasta fedele ai precedenti signori. Nel 1447 ai Visconti subentrarono gli Sforza e quindi, per un breve periodo (dal 1523 al 1532), fu la volta di Gian Giacomo Medici, il “Medeghino”, che effettuò scorrerie in tutto il territorio del lecchese, prima di ritirarsi nel suo castello di Melegnano. Nel 1614 il cardinale Federico Borromeo, in visita alla valle, decretò un restauro totale dell’edificio parrocchiale di Cassina, ormai in rovina. La cattiva amministrazione, le scorrerie dei soldati e non ultime le calamità naturali, tra le quali la carestia del 1628, contribuirono a diminuire sia la popolazione che il benessere di questo territorio. I lanzichenecchi nel 1629 devastarono poi tutta la Valsassina, diffondendovi anche l’epidemia di peste. Nel 1647 Giulio Monti di Lecco acquistò tutta la Valsassina per una somma pari a 15.000 scudi, nonostante gli spagnoli avessero in precedenza assunto con la popolazione locale il preciso impegno di non infeudare la loro terra. Nel 1700 tutta la vallata fu teatro di sanguinose lotte, che cessarono soltanto con l’avvento di Maria Teresa d’Austria. Dal 1928 al 1948, infine, Cassina Valsassina venne aggregata al vicino comune di Cremeno.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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