La stessa pendice del Cimone di Margno accoglie, l’una appena più sopra l’altra, Pian delle Betulle e Alpe di Paglio; le due località sono collegate in quota da un viottolo, a tratti quasi pianeggiante, attraverso il bosco, una passeggiata tranquilla e dilettevole di non molti minuti. Sembra quindi logico fare un discorso unico, anche se le Betulle sono in territorio di Margno e al paese sono congiunte con una funivia in attività dal 1957, mentre Paglio è nel Comune di Casargo ed è raggiunbile per mezzo di una bella strada asfaltata, che si stacca dalla provinciale appena superata la romanica chiesetta di Santa Margherita verso la valle del Marrone e in sei chilometri di secchi tornanti porta a quasi millequattrocento metri.

La «scoperta» turistica di questa zona non risale a molti anni addietro. Nella Guida generale ai grandi laghi subalpini di Giansevero Uberti, uscita nel 1890, del Monte Paglio si dice soltanto che in esso «trovasi piombaggine per le matite»! Fermo Magni, nella Guida illustrata della Valsassina, edizione «completamente rifatta» del 1926, ha un piccolo cenno «Il Cimone continua sempre coperto di erbe e di boschi nella lunga costiera di Paglio»; questo nome era però già conosciuto nel Cinquecento da Paride Cattaneo della Torre, mentre presenta alcune escursioni al Cimone di Margno ma senza nominare un Pian delle Betulle, toponimo verosimilmente ancora non inventato. In effetti il Magni descriveva realisticamente la zona degli alpeggi del Cimone, lasciando anonimo soltanto il luogo nel quale si può facilmente «vedere» l’odierno Pian delle Betulle.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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