Attestata capopieve almeno dal 1231, la chiesa dei Santi Pietro e Paolo estendeva le sue prerogative su tutta la Valsassina e le finitime Valtorta, Averara e Taleggio fino al 1788.

A fine Duecento la chiesa, citata da Goffredo da Bussero nel Liber Notitiae Sanctorum Mediolani e dedicata solo a San Pietro (la titolazione a San Paolo è del XV secolo), aveva tre altari dedicati a San Giovanni Battista, alla Madonna e a Santo Stefano. Nel 1368 era provvista di un collegio di sette canonici intrinseci ed estrinseci, ridotti a quattro nel 1455 e soppressi poi da San Carlo nel 1583. Nel Cinquecento l’edificio sacro, già ristrutturato nel 1356 e forse ancora nel 1406, era suddiviso in tre navate prive di volta, dotato di un’abside quadrata, di una cappella semicircolare in testa alla navata sinistra e di un’altra più piccola in capo alla navata destra. Nel 1608 furono ricostruite e parzialmente ornate e dipinte le volte. Nel 1773 fu rinnovata la zona presbiteriale: vennero costruite la cupola e l’abside semicircolare dove pochi anni dopo fu collocato l’imponente altare marmoreo, impreziosito da inserti in rame argentato. Nel 1888, su progetto di don Enrico Locatelli, la chiesa fu allungata di una campata verso la piazza con fronte in forme eclettiche fra barocco e neoclassico: la facciata risulta divisa in tre parti da lesene, con tre aperture rettangolari bordate di serizzo, un arco con un affresco raffigurante il Buon Pastore, e sugli spigoli estremi delle navate laterali spiccano le due statue dei Santi Pietro e Paolo.

L’interno è a tre navate a loro volta suddivise in tre campate da quattro pilastri centrali, in corrispondenza dei quali, dai muri portanti laterali, sporgono delle lesene.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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