Bellano conserva numerose frazioni ricche di testimonianze d’arte. Delle chiese esistenti alla fine dl Cinquecento, abbiamo memoria in un elenco di luoghi contenuto negli atti di visita pastorale del vescovo di Como Feliciano Ninguarda, in cui s’accenna anche alla terra lacuale in diocesi ambrosiana compresa fra Mandello e Colico, centri questi invece sottoposti alla comacina.

A Biosio interessante è l’oratorio dedicato ai Santi Filippo Neri e Francesco da Paola. È del XVIII secolo con balaustre barocche di marmo nero e rosso a specchio. Al suo interno è custodita la pala d’altare raffigurante la Apparizione della Madonna di Caravaggio. Negli atti del Ninguarda leggiamo che «item un miglio sopra Bellano vi è una villetta de fochi 4, senza chiesa, detta Bioggio».

A Bonzeno l’oratorio del XIII secolo è dedicato a Sant’Andrea. Al suo interno vi è un crocifisso del Duecento recentemente restaurato ed esposto al pubblico. Suggestive le cappelle della Via Crucis lungo il percorso che porta alla chiesa. Oltre al crocifisso ligneo la chiesa conserva un affresco con la Madonna col Bambino del primo Cinquecento. Abbiamo poi notizia di diversi interventi seicenteschi: nel 1653 l’affresco, sulla parete sinistra, venne strappato per dare origine alla seconda cappella; nel 1672 il parroco di Bellano Paolo Antonio Rubini – attivo per la fondazione del Santuario di Lezzeno – incaricò Domenico Lorla di Bellagio di eseguire l’altare maggiore in legno, ancora esistente. È forse di quest’epoca la pala con il Martirio di Sant’Andrea. Fra il 1673 il 1683 venne realizzata la cappella di destra, la cui pala raffigura il Martirio di Santa Eurosia. Nel 1741 fu costruito il severo campanile, e poco dopo il 1746 il crocifisso citato venne collocato nel nuovo altare, nella prima cappella a sinistra. Negli atti del Ninguarda è annotato che «item mezo altro miglio sopra Bellano dalla destra vi è una villa de fochi 5 chiamata Bonzeno, con una chiesa di S.to Andrea».

Gora è un luogo ideale per chi ama la natura e il silenzio: poche case nel verde affacciate sul lago. La frazione è citata negli atti del Ninguarda: «Item andando verso Dervio, lontano da Bellano mezo miglio, vi è una villetta de fuochi 2, detta la Costa. Item dalla Costa verso Dervio, mezo miglio lontano, vi è un’altra villa de fochi 6, detta Gor, con una capelleta».

La frazione di Lezzeno è molto nota per il suo Santuario (vedi scheda) dedicato alla Beata Vergine. Fu costruito nel XVII secolo ed è ancora oggi meta di fedeli e pellegrini. Gli atti del Ninguarda ci informano che «item da canto della sudd.a terra d’Imbriaco vi è una villetta de fochi 2, detta Lescien». Mancano, nell’elenco cinquecentesco, alcune delle chiese oggi esistenti nelle frazioni di Bellano: San Carlo a Pradello, San Domenico a Pendaglio, San Gottardo in Oro, San Francesco di Paola in Biosio. E Lezzeno non ha ancora il suo santuario mariano, che sarebbe diventato un faro di pietà sul Lario. Il miracolo che fu alle sue origini accadde infatti nel 1688.

Caratteristica località di antichissima origine Ombriaco è la frazione più popolosa di Bellano. Notevole l’Oratorio dedicato ai Santi Bernardino e Sebastiano del XV secolo. La chiesa venne eretta fra il 1450 e il 1455. Rifatta in dimesse forme barocche, conserva sull’altare una tela seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi Bernardino e Sebastiano, e alla parete sinistra del presbiterio un coevo Martirio di San Vincenzo, contitolare dell’edificio. Negli atti del Ninguarda troviamo scritto: «item mezo un altro miglio sopra Bellano vi è un’altra villa de fochi 10, detta Imbriaco, con la chiesa di S.to Bernardino».

A Oro sotto la strada panoramica si trova la chiesa di San Gottardo del XVI secolo. È famosa perché in essa fu rinvenuto l’antico messale con l’annotazione della distruzione nel 1341 della chiesa dei Santi Nazaro e Celso a causa di una piena del fiume Pioverna. La chiesa di San Gottardo venne costruita tra il 1569 e il 1579. La volta a pennacchi del presbiterio conserva tracce della struttura antica, ma il resto della costruzione è frutto di un riassetto seicentesco. All’altare maggiore una pala settecentesca con la Pietà e i Santi Gottardo e Benedetto è affiancata da altri due dipinti raffiguranti l’uno le Sante Lucia e Caterina da Siena, l’altro San Fermo, coevi ma molto ridipinti.

Pendaglio si trova sulla via che percorsero i lanzichenecchi nel 1629. La chiesa di San Domenico fu edificata nel 1680 e conserva intatte le sue sobrie forme tardo barocche. La frazione è citata negli atti del vescovo Feliciano Ninguarda: «Item sopra Gor, alla montagna un miglio et mezo, vi è un’altra villa de fochi 5, chiamata Pendai».

Pennaso è posta lungo la strada che porta in Valsassina. La località è nota per il suo Portone (vedi scheda) dal quale i bellanesi, con altre popolazioni limitrofe, respinsero i soldati della Repubblica di San Marco.

A Pradello oltre al bellissimo panorama troviamo un oratorio dedicato a San Carlo Borromeo costruito ai primi del Seicento. La chiesa di San Carlo in Pradello è fra le prime erette in onore dell’arcivescovo canonizzato nel 1610: venne infatti costruita nel 1610-1611, e ampliata prima del 1762 con la cappella della Beata Vergine del Rosario, e nel 1762 con quella di San Grato. Con ogni probabilità la chiesa inglobò un edificio precedente, del quale avanza alla parete sinistra un frammento d’affresco con la figura di un santo (San Nazaro?). Nel semplice interno l’altare maggiore conserva una discreta pala seicentesca con la Visione di San Carlo alla presenza di un angelo, rielaborazione locale di spunti del Talpino. In sacrestia sono conservate vesti liturgiche del XVII e del XVIII secolo. Alla fine del Cinquecento, negli atti del vescovo Ninguarda troviamo scritto: «Item duoi miglia sopra Bellano, per andar in Valsassina, vi è una villeta chiamata Pradel».

A Rivalba anticamente esisteva una sorgente solforosa detta Tartavallino di cui non c’è più traccia. Magnifica la zona completamente immersa nel verde. Del secondo settecento, con una pianta originale e una facciata curvilinea, è la chiesetta della Beata Vergine ridecorata all’interno.

Verginate, già citata in antichi documenti come frazione di Bellano, è oggi un agglomerato urbano, ma il paesaggio che si può ammirare e che abbraccia l’altro ramo del lago ne fa un luogo ricco di suggestioni romantiche.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito della Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale