Staccandosi da Lecco risaliva la valle del Gerenzone sino a Ballabio inferiore. Da qui, dopo aver percorso il lungo corridoio di Balisio, entrava nella valle del Pioverna, costeggiando il torrente sino a Introbio a m 573: imboccava quindi la valle del Troggia, portandosi alla Bocca di Biandino a una elevazione di 1496 m, rimontava le pendici meridionali della «Sponda», quindi, attraverso il Passo della Cazza a m 1999, usciva nell’alta testata del Varrone; costeggiava questa sul versante sinistro sino a raggiungere a 2092 m la Bocchetta di Trona da cui iniziava la discesa lungo la valle del Bitto, percorsa la quale terminava a Morbegno a m 262, in piena Rezia valtellinese.

Si calcolava, nel Medioevo, che in una buona giornata di cammino si potesse da Lecco raggiungere la Valtellina.

Punti strategici lungo la strada erano particolarmente Ballabio, la Chiusa di Baiedo presso Pasturo e Introbio.

testo di PIETRO PENSA, da La presenza militare dei galli e dei romani nel territorio orientale del Lario a guardia delle strade e delle miniere del ferro, 1976
pubblicato a cura di ANGELO SALA sul sito www.valsassinacultura.it

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