Per la devozione sempre crescente dei buoni terrieri e per offerte in occasione di grazie ricevute dai pellegrini, nel 1888 si poterono eseguire restauri e abbellimenti con pitture all’interno di Maria Immacolata in Barcone e specie con il coro che porta quattro simboli dell’Immacolata. Diverse tracce di antiche pitture, apparse nel togliere l’intonaco dalle pareti, lasciano supporre che il santuario venne abbellito più volte. Nel 1898 fu levata una bellissima cancellata in ferro e ottone (eseguita in Brescia su ordinazione dei discendenti del Conte Roncalli di Barcone) e sostituita da balaustra in marmo acquistata a S. Ambrogio Olona (Varese) dal Curato locale don Pietro Tranquillo Bardelli. Nel 1898 venne comperata la statua dell’Immacolata, oggi venerata, con offerte raccolte dai devoti di Gero, Barcone e Case Nuove e fu messa nella nicchia gratuitamente preparata da Amedeo Tantardini. Il campanile che portava una sola campana e terminava con forma quadrata e semplice venne restaurato e innalzato per più di 10 metri dei fratelli Tantardini nel 1904 e nel dicembre dello stesso anno fornito di un concerto di tre campane fuse a Grosio in Valtellina (ditta Pruneri) a cui se ne aggiunsero altre due nel 1905. Nel 1909 le generose offerte dei poveri ma generosi alpigiani, accompagnate da preghiere di riconoscenza per grazie ricevute nelle malattie, permisero di rinnovare l’antico pavimento di mattoni con altro di piastrelle esagonali a colori e sul finire dell’anno stesso la mensa dell’altare con palio e tabernacolo tutto di marmo. L’altare veniva consacrato dal Vescovo Pietro Viganò superiore delle Missione estere di Milano, in una festa di spirituali entusiasmo (descritta nel Liber Cronicon della Prepositurale con ampiezza di particolari) non disgiunta dai tradizionali mortaretti e suono a distesa del completato concerto di campane.

L’indulgenza di cento giorni, da lucrarsi ogni anno nella festa dell’Immacolata, giorno anniversario della consacrazione dell’altare, faceva eco alle indulgenze plenarie che venivano rinnovate ogni sette anni.

La festa si celebra l’8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione. È solo religiosa, essendo scomparsa la tradizione della vendita delle piccole mele maturate a fine stagione, che diedero all’appuntamento l’antica denominazione di «Festa della Madonna di pomoi».

 

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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