Troggia è il torrente che forma la bella cascata appena fuori dell’abitato di Introbio, dopo aver attraversato la conca di Biandino venendo dal lago di Sasso, sotto il Pizzo dei Tre Signori. La cascata della Troggia, detta «Paradiso dei cani», ha abbondante letteratura, e se la merita costituendo uno dei più importanti fenomeni naturali della Valsassina. Il suo «incanto fragoroso», del resto, non ebbe, secoli addietro – come nota il Muttoni in Verde valle natìa – «la potenza di colpire di stupore anche la gran fantasia di messer Leonardo?».

È celebre il pensierino lasciato scritto dal grande Leonardo da Vinci: «In valsasina infra vimognio et introbbio amandesstra entrando per la via di leccho si trova la trosa fiume che chade da un sasso altissimo e chadendo entra sotto terra elli finisscie il fiume».

Mario Cermenati s’affanna a spiegare il senso di questa affermazione che potrebbe sembrare strana: e lì finisce il fiume. In Leonardo da Vinci in Valsassina egli afferma: «Io amo supporre che Leonardo abbia parlato della scomparsa del fiume, in senso metaforico. La nube formantesi per gli spruzzi abbondanti, che si spandono nell’aria quando la colonna d’acqua s’infrange dapprima sulle sporgenze delle rupi, e poi violentemente batte in terra, non permette più di vedere dove il fiume vada a finire; sicché sembra che si sprofondi nel sottosuolo». A conforto della sua opinione il Cermenati osserva che Paride Cattaneo della Torre accenna a tal fenomeno, dicendo della Troggia che «da un alto precipizio tanto strabocchevolmente dirocca, che al basso giungendo né fiume più né acque veder si pole et questo dal fiume, vento, nebbia, polverio, che fino alle stelle se ne sale adviene». Cita altresì Engelberto Flacchio il quale ha scritto in Description de la noble et ancienne comté de Valsasene parlando della Troggia: «Ce Torrent près d’Introbio tombe si impetueusement dans un précipice très-profond que le Rocher en est cavé au dessous, et qu’il n’y paroit presque autre chose qu’un broüillard et un nuage fort épais qui s’y élève en forme de poussière. Pas loin de cette chûte on voit résortir en bouillon comme d’un puis profond ce même Torrent qui reprend son cours et donne de l’eau à plusieurs Fourneaux et forges». Non dimentica, infine, il suo venerato Stoppani ricordandone «un’espressione che s’avvicina a quella di Leonardo, là dove accenna al burrone “entro il quale si vede sparire la cascata, precipitandosi quasi entro la gola di un pozzo inferiormente sbrecciato”. Quello sparire entro il burrone non equivale forse, in linea metaforica, alla frase vinciana?» si chiede il Cermenati.

Si è quindi posto nello stesso solco il poeta Luigi Manzoni il quale, dopo aver poetato che

La Troeuggia dal gett bianch e fervescent
la tonfa e la fioress tutta a perlen
e polver d’aria dai rifless d’argent
che sfumen dree a on vel dor l’arcobalen,

afferma che, alla fine, il torrente «el se sotterra in lecc».

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale