L’itinerario si svolge soprattutto su mulattiera o su tracce in zone boscose e pascolive, prima sul versante destro dell’alta valle Bordesiglio poi nell’area dei Piani di Artavaggio. Presenta qualche difficoltà a causa dell’attraversamento di corsi d’acqua e di zone acquitrinose. I fabbricati rurali che si incontrano lungo il percorso sono per lo più discretamente conservati e ancora utilizzati nelle attività agricole e di allevamento. Il tempo di percorrenza è di circa due ore e mezza, anche se, complessivamente, non si deve superare un grande dislivello (in salita circa 400 metri). Infatti l’unico tratto ripido da affrontare (213 m di dislivello) è quello dalla baita Corna alla bocchetta di Maesimo, quando si risale la testata della valle Bordesiglio.

Prima di intraprendere il cammino merita senz’altro una visita la chiesa di San Pietro, di origine bizantina (ma con dedicazione appartenente al santorale longobardo), anche se oggi totalmente rifatta. Poco distante dalla chiesa, sempre nell’epoca medioevale, pare sorgesse una torre che comunicava, sul lato valsassinese, con quella di Baiedo. La Colmine di San Pietro fu infatti per secoli considerata valico di grande importanza militare, in particolare durante le guerre tra Milano e Venezia (si narra ad esempio che da qui passò il Colleoni). La festività dei Santi Pietro e Paolo viene ancora oggi celebrata con concorso di abitanti della Val Brembana, Val Taleggio e Valsassina.

Dalla chiesa della Culmine di San Pietro (1254 metri) si sale lungo la carrareccia verso una sella (1277 m) per poi scendere alle baite di Roncaiola (1251 m). Si continua con una mulattiera che, piegando a sinistra, oltrepassa un corso d’acqua e giunge alle case di Roncaiola (1235 m) attraversandone il nucleo principale. Dopo l’ultima casa si scende a destra, sul fondo di un valloncello, si guada un altro piccolo torrente, poi si prosegue per un tratto in falsopiano (acquitrino), lasciando più avanti a sinistra tracce di sentiero. Nei pressi di una freccia dipinta su un sasso, con scritta “Artavaggio”, si sale per superare un costone oltre il quale si continua con brevi tratti di salita e discesa in un bosco di faggi. Il sentiero scende nel bosco, supera altre due volte un corso d’acqua poi, fiancheggiando le pendici meridionali dello Zucco di Maesimo procede serrato nella valle Bordesiglio, verso la testata, giungendo sotto la baita Corna (1343 m, ore 1,05), dove inizia a salire più ripidamente. Con brevi svolte si sale per tracce poco evidenti, lasciando a destra quelle per Taglianovo. Poco sotto l’ampia insellatura si piega a destra verso una fonte con lavatoio (ore 0,30-1,35) e si riprende in forte pendenza fino alla bocchetta di Maesimo (1554 m). Si segue a destra la dorsale e si è in breve alla casera di Maesimo (1577 m, ore 0,15-1,50) posta in posizione panoramica, nei cui pressi vi è la sorgente del Cop. Oltrepassata la casera si trovano le tracce di una carrareccia che si seguono a sinistra verso uno slaveggio (zona acquitrinosa). Superatolo e aggirato a destra un cimotto boscoso, si lascia la carrareccia che porta al centro dell’altopiano e si segue a sinistra il sentiero per entrare nella conca dei Piani di Artavaggio (1587 m, ore 0,40-2,30). Poco più avanti, dopo un corso d’acqua, si è alla casera d’Artavaggio e con una mulattiera che passa in un’area di doline si arriva alla stazione della funivia proveniente da Moggio (1650 m, ore 0,10-2,40).

 
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

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