Itinerario difficile, prevalentemente su neve, ghiaioni e roccette, necessita di un’adeguata esperienza e di un equipaggiamento idoneo. Interessante per la particolare morfologia del terreno nella zona delle Foppe (nella prima parte dell’itinerario): le frequenti doline di origine carsico-glaciale con manto erboso sono le caratteristiche principali del paesaggio che in questo modo si differenzia nettamente dalle altre zone del circo di Moncodeno. Il nevaio che si incontra nella seconda parte è invece da segnalare come unica presenza di neve perenne sulle montagne del bacino del Lario e dà all’ambiente un aspetto tipicamente alpino. Una leggenda vuole che la conca ghiaiosa osservabile dal passo Zapel, detta pian di Zapel, sia abitata dalle anime dei pastori là confinate per non aver adempiuto ai riti cattolici. L’itinerario è percorribile, nel caso ci sia poca neve, in circa due ore e mezza, superando un dislivello di 593 metri.

Dal rifugio Bogani (1816 metri) seguire l’itinerario per la Grigna settentrionale: si lascia a destra, al primo bivio, la via della Ganda, per giungere alla caratteristica zona delle Foppe. Dopo aver bordeggiato diverse doline si rimonta, verso sinistra, una valletta erbosa, guadagnando il passo Zapel (1913 m, ore 0,30) dal quale si gode un panorama molto suggestivo sulla sottostante conca pietrosa del pian di Zapel e le verticali pareti dolomitiche del Pizzo della Pieve (parete Fasana) e della cima del Palone. Dal passo si continua verso destra e si risale il vallone per la via del nevaio, quindi si prosegue lungo il canalone di neve fino a un’evidente e ripida strozzatura che si evita portandosi sulle roccette a destra, dove si incontrano le tracce di una diramazione proveniente da prima del passo Zapel (questa variante giunge direttamente fino a questo punto evitando il passo e la parte inferiore del nevaio). Riprendendo il nevaio ove questo è meno ripido si supera, tenendo la destra, un canalino la cui base è costruita da blocchi rocciosi e si continua attraverso la successiva conca nevosa in direzione di un altro canalino da superare anch’esso dapprima sulla destra, poi su ripide ghiaie mobili a sinistra, per giungere sotto cresta dove, con un facile e breve traverso su roccia verso sinistra, si giunge alla bocchetta del nevaio (2315 m, ore 0,45-2,15). Si continua lungo la cresta proveniente dal Pizzo della Pieve, molto panoramica sulla Valsassina e le sue cime e, passata una placca rocciosa inclinata e la piattaforma per l’atterraggio degli elicotteri del soccorso alpino, si guadagna la vetta della Grigna settentrionale (2409 m, ore 0,20-2,35) subito sopra il rifugio Brioschi. Il panorama da qui è indimenticabile: esso abbraccia tutto l’arco alpino occidentale e centrale, le Prealpi, la pianura e i laghi lombardi.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

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