Nelle abitudini degli escursionisti questo itinerario oggi sostituisce quello tra i Piani di Bobbio e i Piani di Artavaggio che passava per la bocchetta dei Mughi, un tempo molto frequentato. È anche uno degli itinerari più vari della zona. Si svolge infatti in ambienti diversi e ugualmente suggestivi: i pascoli e i prati dei Piani di Bobbio, i ghiaioni del vallone dei Mughi tra le pareti calcaree del gruppo dei Campelli, le conche sassose e i laghetti che precedono i Piani di Artavaggio. La vegetazione è prevalentemente arbustiva e cespugliosa con pini mughi e rododendri; la fauna è presente con lepri, marmotte, pernici e coturnici.

Il percorso si svolge su sentiero e tracce, in salita (360 m di dislivello) e in discesa (120 m di dislivello), con qualche breve tratto di roccette. In alcuni punti richiede un po’ di impegno per la sua ripidità (ad esempio sotto il Forcellino); si compie comunque in circa due ore e mezzo.

Ai Piani di Bobbio (1640 m) si procede seguendo la descrizione dell’itinerario Piani di Bobbio-Passo del Gandazzo-Rifugio Grassi (vedi scheda) fino al bivio con la carrareccia che a destra sale alla baita di Dentro. Si prende questa carrareccia, si tocca la casera (1709 m, ore 0,20) e si continua sulle tracce che si alzano nei pascoli verso le stazioni superiori degli impianti sciistici. Si prosegue lungo la dorsale e si raggiunge il serbatoio dell’acquedotto dove si sale a sinistra entrando nel vallone dei Mughi. A un bivio si lasciano le tracce che (a sinistra) si dirigono alla bocchetta dei Mughi e alla Corna Grande e per quelle di destra si continua in salita, prima tra cespugli di rododendro poi tra massi di roccia calcarea. A un altro bivio, ai piedi dello sperone che scende dalla cresta occidentale dello Zucco Barbesino (1915 m, ore 0,25-0,45) si prosegue a sinistra. Il sentiero si tiene alto e sale lungo il versante sinistro sotto le alte pareti dello Zucco Barbesino. Davanti si alzano gli spuntoni dolomitici dei Denti dei Mughi che chiudono la testata di questo selvaggio vallone. Superato un avvallamento con una breve discesa, si riprende a salire molto ripidamente su terra e con un facile passaggio su roccia si giunge in cresta, al Forcellino (1994 m, ore 0,30-1,15) dove si ha un bel panorama sulla conca opposta verso la Cornella, la Cima di Piazzo e la Valtorta. Seguendo le tracce che salgono a destra si risale il crinale e un pendio erboso, si attraversa un macereto e si perviene all’ampia dorsale (2000 m, ore 0,10-1,25) che scende a est dallo Zucco Barbesino, toccando la quota più alta dell’itinerario. A qui inizia la discesa, in lieve pendenza, tra doline che sprofondando nel terreno erboso. Il panorama è ampio e giunge ai gruppi del Disgrazia e del Bernina che si scorgono dietro il Pizzo dei Tre Signori. Le tracce da seguire non sempre evidenti, bisogna quindi fare molta attenzione ai segnavia e tenere come punto di riferimento uno spallone. Al di là si continua verso una selletta, per poi scendere dal cimotto antistante in una conca sul bordo di un laghetto (1920 m, ore 0,15-1,40). Superandolo si trova a sinistra il Sentiero delle Orobie Occidentali (segnaiva n. 101) proveniente dalla bocchetta dei Mughi e con esso si continua a destra in piano. A un primo bivio si prosegue a sinistra (a destra l’itinerario Piani di Artavaggio-Zuccone Campelli, vedi scheda), a un secondo bivio a destra e oltre uno spallone roccioso si attraversa una piacevole conca in vista della baita Bocca. Vi si giunge (1923 m, ore 0,20-2) e subito si è alla sottostante bocca di Campelli (1913 m) nei pressi di un altro laghetto. Si trascura un sentiero a destra (sempre per lo Zuccone Campelli) per procedere lungo il versante sud occidentale della Cima di Piazzo entrando nell’altopiano di Artavaggio. Si continua in discesa sul pendio erboso, si lascia a destra il sentiero per la casera Campelli (ore 0,15-2,15) e, superato uno stagno, si affronta una breve salita per raggiungere la carrareccia che porta al rifugio Cazzaqniga-Merlini (a destra, 1899 m) poi al rifugio Nicola (diritto, 1876 m, ore 0,10-2,25). Proseguendo sulla carrareccia, o per scorciatoie, si può arrivare agli altri rifugi dei Piani di Artavaggio e alla stazione della funivia per Moggio (1650 m).

 
testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

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