«La sensibilità di enti e privati con la volontà e la tenacia dei valligiani uniti a tanti amici della montagna hanno consentito di ricostruire, onorare chi costruì e restituire a chiunque percorra questo sentiero la Cà de Legn. A unanime ricordo del dott. Guido Silvestri già presidente del Cai Dervio. Settembre 1994». Sono trascorsi più di quindici anni da quando questo minuscolo bivacco a 2146 metri rispetto ai 2610 della vetta del monte Legnone venne ristrutturato. Ma ne sono trascorsi ben più di cento da quando un gruppo di pionieri dell’escursionismo milanese pose la prima pietra nel 1894. Una storia lunga che, inizialmente, vede la capanna utilizzata come casello di caccia (il nome deriva proprio dall’originaria struttura in legno e pietra) e che, dopo la ristrutturazione del 1951, su iniziativa dello stesso Silvestri, diventa un punto di riferimento per tutti gli escursionisti.

La Cà de Legn – conosciuta anche come bivacco Silvestri e legata per vicinanza e storia al sottostante rifugio Roccoli Lorla – è una tappa praticamente obbligata per chi si avventura sulla cima del Legnone. E, in molti casi, anche molto utile. Nella sua struttura essenziale (camino, acqua nelle vicinanze, due panche in sasso a muro), il Silvestri è particolarmente sfruttato. In montagna, si sa, il maltempo coglie spesso all’improvviso e, senza la Cà de Legn, il ritorno al rifugio Roccoli Lorla, la partenza abituale per la salita al Legnone, costringerebbe a tre ore filate di marcia. Una bella tirata. Che però non scoraggia gli escursionisti. Il monte Legnone rappresenta, infatti, uno splendido balcone affacciato sulle Alpi e le Prealpi: dal Monviso al Monte Rosa alle Orobie.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

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