«I nuclei storici di Dervio sono tre – spiega Pietro Pensa nella Rivista Archeologica Comense, n. 156-157 del 1975 – Il primo si adagia sulla punta estrema del delta, fu il più antico e certamente sede di navaroli e pescatori; ancora oggi è chiamato il Borgo; vi sorgeva un castello, segnalato nel XII secolo dell’Anonimo Cumano. Più a oriente, sul pianoro sotto i monti, si stende la Villa, insediamento più tardo di carattere agricolo; ad est ancora, sulle prime pendici montuose del versante destro del Varrone, il terzo nucleo, dove si conserva un massiccio torrione quadrato, era ed è chiamato il Castello».

Oltre alla chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo (si veda la relativa scheda) meritano cenno altre emergenze architettoniche del Borgo: Palazzo Barelli-Mariani-Ghislanzoni in via San Gregorio, di possibile fondazione cinquecentesca, ricordato dal Della Torre di Rezzonico nel suo Larius e ancora oggi con il caratteristico aspetto di dimora della nobiltà locale; Villa Capona (si veda la relativa scheda), nella frazione omonima, di fondazione rinascimentale, ma ampiamente ripresa nell’Ottocento e con darsena del secolo scorso (1q930); il cosiddetto Palazzo di Giustizia con ingresso in cotto e pochi resti nel cortile di affreschi decorativi quattrocenteschi; l’ala nuova del medesimo complesso, con tipica decorazione a bande policrome.

«È da notare – sottolinea Andrea Spiriti nel capitolo su Dervio nella guida Lario Orientale – la presenza di un nucleo qualificato di edifici contigui: le due ali del Palazzo di Giustizia sorgono accanto alla parrocchiale, all’inizio della vietta che, costeggiando Palazzo Barelli, giunge all’oratorio di San Gregorio».

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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