Milano, via Grasselli 15, dicembre 2014.
Siamo nella casa dove Eugenio Fasana ha passato gli ultimi anni della sua vita. Appesi alle pareti del salotto ci sono i quadri e i disegni di Eugenio. La figlia Colomba e il pronipote Luca hanno rovesciato sul tavolo una valanga di splendide foto, album di disegni, articoli scritti da Fasana.
Colomba dice di non aver nulla da raccontare, ma dalle sue parole, e soprattutto dai documenti che ci mostra, prende forma la figura di un personaggio chiave nella storia dell’alpinismo italiano, fino ad oggi un po’ dimenticato.
Per venire qui scendendo dalla Valsassina abbiamo attraversato a ritroso quegli stessi paesaggi che Eugenio, da solo o con i suoi compagni di avventure in montagna, ha visto mutare tante volte in quasi quarant’anni di attività alpinistica, sci alpinistica ed escursionistica.
Possiamo immaginare la geografia mentale di Fasana: una sorta di raggiera che si apre a ventaglio, con direttrici che da Milano si dirigono verso le Alpi Occidentali, le Prealpi, le Orobie e le Dolomiti. Sono poche le valli che non ha risalito e i gruppi montuosi su cui non ha lasciato una traccia sempre discreta.
In un mondo alpinistico in cui in tanti scalpitavano e scalpitano ancora per legare il proprio nome ad imprese che non sempre li hanno visti protagonisti, Eugenio Fasana sembra non curarsi di questo aspetto e cercare, per tutta la vita, un rapporto diretto con la montagna da tradurre poi, con un’azione quasi da mediatore, in proposte di itinerari ed emozioni da offrire agli altri, in particolare ai suoi compagni di sodalizio della SEM. In campagne solitarie o con pochi amici ben selezionati, come il pittore comasco Luigi “Gin” Binaghi, Eugenio Fasana aveva salito per primo alcune delle più belle e caratteristiche guglie della Grigna Meridionale: il Fungo, la Torre, il Campaniletto, la Lancia o altri torrioni destinati a diventare meno famosi e frequentati come il Torrione Statuto, ma sempre senza mai pretendere che venissero intitolati a lui.

Tratto dal libro
ALPINISMO PIONIERISTICO TRA LECCO E LA VALSASSINA
di P. Buzzoni, G. Camozzini, R. Meles – ed. Bellavite
www.fotostoriche.valsassina.it
www.valsassinacultura.it

Questo testo contribuisce al progetto Il paesaggio culturale alpino su Wikipedia ed è distribuito dalla Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino Riviera con Licenza Creative Commons Attribuzione – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale