L’oratorio di San Rocco, già esistente nel Cinquecento ma ricostruito nel 1638 ed ancora nel 1790 e nel 1861, sede dell’omonima confraternita dei premanesi emigrati a Venezia, presenta una ricca decorazione pittorica con Storie di San Rocco realizzata da Giovanni Maria Tagliaferri tra il 1861 e il 1887 e recentemente restaurata. Un’iscrizione ricorda i morti della pestilenza del 1630, le cui ossa vennero qui trasportate verso il 1653.

Gli atti della visita pastorale di Carlo Borromeo nel 1582 segnalano alcune notizie sull’edificio: la copertura è in legname a vista e manca il presbiterio, l’altare è di forma regolare con la sua copertura lignea, non esiste l’ancona ma è sostituita da un affresco, presente sulla parete sopra l’altare, rappresentante la Beata Vergine con i Santi Rocco e Sebastiano.

Esiste un carteggio concernente la ristrutturazione dell’oratorio di San Rocco risalente all’anno 1638: tutto permette di far reputare che i confratelli abbiano solo rimaneggiato, secondo nuove formule barocche, l’oratorio preesistente, aggiungendovi il nuovo presbiterio. La rinnovata versione architettonica del San Rocco venne benedetta nel 1649 e negli atti della visita pastorale dell’arcivescovo Federico Visconti, nel 1685, si parla dell’oratorio dedicato ai Santi Rocco e Sebastiano di struttura moderna, coperto da volta in muratura, decorato da stucchi. Negli atti della visita pastorale del cardinale Giuseppe Pozzobonelli, nel 1746, l’oratorio intitolato ai due santi viene definito di forme molto belle, coperto da volte, ornato da stucchi, con il coro impreziosito da dorature. L’unico altare è attorniato da pregevoli dipinti. Sul retro del presbiterio di trova la sagrestia.

Nel 1942 l’oratorio di San Rocco è adibito a oratorio per i giovani; nel 1944 trasformato in una sala da teatro con aule annesse ad uso di oratorio.

testo di ANGELO SALA
pubblicato sul sito www.valsassinacultura.it

 

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