Il documento analizzato proviene dall’archivio comunale di Barzio, una circolare inviata dal prefetto dipartimentale del Lario Giovanni Tamassia.
La circolare ha un’ampia platea di destinatari: oltre ai sindaci, sono interessati i viceprefetti, i podestà, i delegati ai benefici vacanti, i cancellieri del censo e le commissioni cantonali di leva. In una parola, tutti gli uffici periferici dell’Amministrazione. Il motivo di questa ampiezza di interessato sta nell’oggetto della circolare: risparmiare carta.
Il tema appare di grande attualità anche a duecento anni di distanza: da un lato, il risparmio di carta è argomento ben presente a chiunque lavori in un ufficio (pubblico o privato ha ben poca importanza); dall’altro, le nuove tecnologie secondo alcuni potranno permettere da qui a pochi anni di sostituire in toto (o comunque in gran parte) la carta secondo il percorso definito di “dematerializzazione”.
Ora, se è vero che le nuove applicazioni informatiche rendono per certi versi superata la carta, è altrettanto vero che la durata dei supporti informatici non è nota a differenza di quella della carta e quindi la sostituzione integrale di quest’ultima appare a molti quanto meno azzardata. Comunque, questo tema all’epoca del documento in oggetto non si poneva e al massimo si poteva cercare di ridurre al minimo il consumo del prezioso prodotto.
A tal proposito, la circolare elencava minuziosamente i molteplici modi per ridurre l’utilizzo di carta: dall’utilizzo di soli mezzi fogli (quando si poteva concentrare il testo della comunicazione in una sola facciata) all’eliminazione dei fogli da utilizzarsi a mo’ di busta, bastando scrivere sul foglio scritto il destinatario per eliminare almeno un foglio. Interessante l’invito a non fare copia dei documenti arrivati da altri uffici se non strettamente necessario (quante fotocopie si fanno, oggi?) e di restituire quanto prodotto da altri uffici (norma assai utile, tra l’altro, per una corretta tenuta degli archivi), così come il divieto di usare carta velina o carta di lusso.
Importante, infine, l’invito a servirsi, per gli acquisti, “…de’ prodotti delle fabbriche interne…” così da contribuire a sostenere il settore.
Concludendo, un documento assai semplice, una circolare a uso strettamente interno che, però, dà la misura del modo in cui i nuovi Amministratori austriaci intendano la gestione della complessa macchina burocratica del regno Lombardo – veneto ai suoi esordi, una macchina che sarà riconosciuta poi, a prescindere dai giudizi “politici” sul Governo di Vienna, efficiente e, appunto, economa.

Materiale reperito negli Archivi Storici della Valle
a cura di Fabio Luini – archimedia scrl
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